Docenti cercansi. In Italia e in USA, dove si arruolano studenti, genitori e Guardia nazionale

Nei giorni scorsi ha colpito la notizia che in una scuola italiana si sia pensato di fare appello ai genitori (sia pure in possesso di determinati requisiti) per sostituire i docenti assenti causa Covid dopo aver esaurito ogni altra possibilità. Oppure a chiedere aiuto agli ex alunni, come ha raccontato a Repubblica il preside del Bertolucci di Parma Aluisi Tosolini: “Siamo riusciti a trovare due ex studenti che si sono laureati in matematica un mese fa, che ci fanno la cortesia, perché di questo si tratta, di venire a fare questi mesi di supplenza”. Una situazione paradossale in un Paese come il nostro dove esistono, secondo lo stesso Ministro dell’istruzione, 300.000 insegnanti precari.

Ma il problema non è solo nostro. L’ultima ondata di COVID-19 costringe le scuole americane a improvvisare soluzioni quanto mai originali per trovare insegnanti supplenti ed evitare di sospendere le attività didattiche. Ne parla Elvie Blad in un ampio servizio pubblicato lo scorso 20 gennaio nel sito edweek.org.

Negli USA i singoli Stati e anche i Distretti hanno ampia autonomia in materia scolastica, e non esiste una disciplina federale obbligatoria sui requisiti professionali degli insegnanti. Così alcuni Stati, tra cui Kansas e Oregon, li hanno ridotti drasticamente, accogliendo anche le domande di supplenza di candidati in possesso del solo diploma di scuola superiore. Altri hanno rimosso gli ostacoli normativi per consentire ai docenti in pensione di tornare in classe. E alcuni distretti hanno chiesto anche a genitori e ai dipendenti di altre amministrazioni statali di presentare domanda di supplenza.

Nel New Mexico, il governatore democratico Michelle Lujan Grisham ha persino chiesto ai membri della Guardia Nazionale del suo Stato di entrare nelle aule assicurando un compenso equivalente a quello del servizio attivo. Altri Stati hanno chiesto alla Guardia Nazionale di prestare servizio come autisti di scuolabus, ma il New Mexico è il primo a chiedere loro di sostituire gli insegnanti.

Nel Connecticut già dal mese scorso si consente agli insegnanti di sostituire i colleghi anche in materie al di fuori della loro area di certificazione. La scorsa settimana il Kansas ha temporaneamente rinunciato al requisito che gli insegnanti supplenti debbano avere almeno 60 ore di esperienza universitaria, dando la possibilità a giovani di appena 18 anni di prestare servizio nelle classi. A dicembre, il governatore del Michigan Gretchen Whitmer, democratico, ha firmato un disegno di legge che consentirà ai dipendenti scolastici non docenti, come autisti di autobus e addetti alla mensa scolastica, di fungere da sostituti in situazioni di emergenza.

Il Dipartimento federale dell’Istruzione degli Stati Uniti nelle linee guida di dicembre, inviate ai distretti scolastici, ha invitato i dirigenti scolastici a utilizzare gli aiuti federali per aumentare la paga degli insegnanti supplenti o per offrire bonus di accoglienza alle nuove reclute, ma la situazione non è migliorata, perché gli aspiranti agli incarichi non sono aumenti: costano solo di più.

Alcuni Stati, il Michigan già da un anno, fanno appello agli insegnanti in pensione affinché accettino ruoli sostitutivi a lungo termine senza rischiare la perdita dei benefici pensionistici, ma i pensionati sono poco propensi a tornare nelle aule, in particolare nelle aree con bassi tassi di vaccinazione, perché la loro età più avanzata li espone maggiormente al rischio di ammalarsi in maniera grave.

© RIPRODUZIONE RISERVATA