Carriera dei docenti/4: che fine ha fatto il Middle Management?

Da diverso tempo per una scuola rinnovata, capace di affrontare e superare le sfide formative delle nuove generazioni, messa in grado di superare le complessità organizzative e gestionali di istituzioni scolastiche sovradimensionate, è convinzione diffusa a livello politico e istituzionale che la dirigenza scolastica debba avvalersi di supporti umani e professionali che vadano ben oltre il semplice concetto di staff di direzione, pur previsto in forma allargata dalla Buona Scuola che al comma 83 prevede che il dirigente scolastico di una data scuola può individuare, nell’ambito dell’organico dell’autonomia, fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica.   

Si fa largo sempre più il concetto di una leadership diffusa. In questi anni si è parlato molto di middle management come leva fondamentale per l’autonomia scolastica  e anche per la definizione di uno sviluppo professionale nella scuola.

C’era una certa attesa per conoscere se il nuovo atto di indirizzo per il rinnovo del contratto della scuola avesse recepito questa istanza.

I commenti e le reazioni sindacali non hanno dato rilievo a questo possibile snodo contrattuale che, tra l’altro, potrebbe avere ripercussioni positive non soltanto sulla funzione dirigenziale, ma anche sulla carriera dei docenti.

Nella premessa dell’Atto si afferma: “Il contratto provvederà, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente, tra l’altro, a: Rivedere i sistemi di classificazione professionale individuando soluzioni innovative orientate all’adeguamento dei processi lavorativi e alla valorizzazione delle professionalità necessarie per lo svolgimento delle attività di ricerca, formazione, gestione e trasferimento, in un mutato contesto sempre meno ingessato, ma più dinamico, qualificato e internazionale.”

Si tratta di una previsione importante che, tuttavia, sembra restare a livello di mera affermazione di principio, in quanto nelle successive sezioni interne non trova indicazioni operative esplicite.

L’impegno, comunque, sembra dipendere solamente dalla determinazione dell’ARAN che potrà valutare discrezionalmente se procedere. Infatti, la premessa continua così: “Valuterà l’ARAN in tale rivisitazione le modalità ritenute più idonee per la valorizzazione di posizioni e ruoli non dirigenziali per i quali siano richiesti più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionale e/o più elevate competenze professionali o specialistiche in armonia con quanto chiarito nelle sezioni speciali che seguono.”

Ci sembra poco, troppo poco per cambiare. Ma volendo può aprire uno spiraglio. Volendo…

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