Carriera dei docenti/2: come sarà il modello trentino

Quali caratteristiche avrà il modello di carriera degli insegnanti trentini? Non è possibile al momento scendere in dettagli, che saranno oggetto di vaglio a livello di Giunta e poi di contratto, ma da quanto ricostruito da Tuttoscuola innanzitutto terrà conto di due ambiti: competenze didattiche e competenze gestionali-organizzative.

Verranno introdotti diversi livelli di carriera (almeno tre, secondo quanto ci risulta) ai quali corrisponderanno figure professionali specifiche. Come avverrà il passaggio di livello? Per titoli e per selezione: il possesso di determinati titoli (probabilmente assimilabili a crediti formativi e professionali), intesi come tutti gli elementi che costituiscono evidenza della “qualità dell’insegnamento” del docente, consentirà l’accesso a un concorso, i cui vincitori otterranno il passaggio di livello. E il passaggio al livello superiore comporterà un non trascurabile aumento di stipendio.

Al momento un ulteriore gruppo di lavoro, costituto da dirigenti scolastici e docenti, sta completando la definizione dei profili professionali e degli standard. Il principio generale che sottende l’architettura del modello è quello di creare collaborazione tra i docenti “esperti” e coloro che non lo sono, ma lo diventeranno se adeguatamente accompagnati e supportati. Infatti dalle consultazioni svolte è emerso che i docenti lamentano la mancanza nella scuola attuale di figure che facciano da coach ai docenti giovani o meno esperti.

L’obiettivo è creare nuove figure professionali con incarichi e responsabilità tali da diffondere un’autentica leadership diffusa.

Le motivazioni che ci hanno indotto ad affrontare questo tema spinoso – dice la Sbardella – sono la necessità di rendere la carriera docente più attraente di quanto non sia attualmente affinché diventi la prima scelta professionale per giovani laureati brillanti e non la seconda o addirittura la terza; siamo inoltre convinti che attraverso lo sviluppo di carriera si riesca a qualificare i processi di insegnamento e i risultati di apprendimento degli studenti mettendo in atto alcune azioni strategiche, come la valorizzazione della formazione continua in servizio, il concreto riconoscimento dei docenti che realizzano processi di insegnamento innovativi e di quelli che sviluppano e assumono competenze gestionali e organizzative a supporto dell’organizzazione scolastica”.

Insomma in Trentino sono convinti che lo sviluppo di carriera dei docenti rappresenti innanzitutto una leva per il miglioramento della qualità dell’offerta formativa e dei processi didattici, formativi e educativi con ricadute sui risultati di apprendimento. Allo stesso tempo la carriera promuove lo sviluppo professionale e il riconoscimento di competenze diverse e necessarie al governo della complessità scolastica con profili e trattamenti economici specifici. Alla fine del prossimo anno scolastico (2022-23), se tutto andrà come pianificato, sono previsti i primi passaggi di livello.

Come reagiranno i sindacati? Nei mesi scorsi sono stati consultati e verranno incontrati nuovamente nelle prossime settimane. Il canale di dialogo è quindi aperto.

Qualcuno dirà che tutto ciò è possibile perché si tratta di un territorio piccolo e dotato di autonomia. Nessuno si nasconde la maggiore complessità del livello nazionale. Ma non siamo neanche nel paese di Bengodi. Siamo sicuri che non si possa fare qualcosa di simile altrove? Se ci sono visione e volontà, nessuno impedisce di realizzare un modello di carriera dei docenti anche a livello nazionale, come previsto dal Piano presentato in Europa. Anzi difficilmente l’Europa farà sconti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA