Aumento del tempo pieno. Chi l’ha visto?
Il prof. Patrizio Bianchi, prima ancora di essere nominato ministro, aveva prospettato l’esigenza di aumentare il tempo scuola come strumento di arricchimento dell’offerta formativa e di contrasto alla dispersione scolastica.
Da ministro, nel corso di audizioni e di numerose interviste, aveva prospettato l’espansione del tempo pieno nella scuola primaria, sostenuta anche dalla costruzione di spazi-mensa e palestre.
La determinazione del ministro ha conseguito un evidente successo nella definizione del PNRR dove a più riprese si parla di tempo pieno.
Se ne parla in funzione sociale: estensione del tempo pieno a scuola, per fornire sostegno alle madri con figli piccoli e contribuire così all’occupazione femminile.
Il PNRR individua talune cause della carenza di servizi: “In questo caso, la carenza dei servizi offerta è dovuta in parte rilevante alla ridotta dotazione infrastrutturale e alla mancanza degli spazi necessari per il tempo pieno.
Si legge ancora: La misura mira a finanziare l’estensione del tempo pieno scolastico per ampliare l’offerta formativa delle scuole e rendere le stesse sempre più aperte al territorio anche oltre l’orario scolastico e accogliere le necessità di conciliazione vita personale e lavorativa delle famiglie (con particolare attenzione alle madri).
E poi: “Con questo progetto si persegue l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026.”
Il documento conferma: non si tratta solo di allungare il tempo scuola, ma di ripensare l’intera offerta formativa di una scuola aperta al territorio, anche introducendo attività per il potenziamento delle competenze trasversali delle studentesse e degli studenti soprattutto del primo ciclo di istruzione.”
Il PNRR ha dunque considerato il tempo pieno soprattutto come volano sociale, prima ancora di ritenerlo strumento formativo per gli alunni.
L’estensione del tempo pieno viene più volte ribadita come scelta strategica dallo stesso ministro Bianchi, come aveva fatto anche l’allora premier Conte nel novembre 2020 che aveva addirittura parlato di generalizzazione del tempo pieno nella scuola primaria, senza però tradurre le sue parole in una conseguente proposta normativa.
Ma di tanto slancio cosa lo schema di legge di bilancio 2022 ha concretamente recepito come primo step di quell’ampio disegno strategico che ha messo al centro il tempo pieno?
Per il momento soltanto un intervento: l’affidamento dell’educazione motoria a docenti specializzati.
Si tratta di un primo tassello che, tuttavia, non attiva misure funzionali all’espansione del tempo pieno, ma che può soltanto concorrere a rafforzare l’attrattiva di una offerta formativa più qualificata.
Gli interventi strutturali per spazi nuovi o rinnovati negli edifici scolastici destinati alle mense e alle palestre sembrano rinviati ad altro momento.
In attesa che possa avere lo slancio annunciato, il tempo pieno della scuola primaria, per il momento, continuerà la sua espansione a piccoli passi, senza nemmeno incidere sul notevole divario territoriale, come dimostrato da un Report di Tuttoscuola di imminente pubblicazione.
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