Bianchi, l’orientamento e la scuola digitale: ‘Quei fantastici bambini dell’Ungaretti di Melzo…’

La visita del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi alla trentesima edizione di “Job Orienta, Salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro” è stata l’occasione per un contatto diretto con la scuola vera, quella rappresentata dai tanti studenti presenti nei vari stand: selfie, saluti, chiacchierate. Il ministro – che si è intrattenuto particolarmente a lungo presso lo stand della Rete dell’innovazione, che riunisce scuole all’avanguardia nella didattica digitale, di cui capofila è la scuola Istituti De Amicis di Milano – è rimasto colpito dalla vivacità e dall’entusiasmo di molti ragazzi e dallo spessore di alcune esperienze. Al punto che durante la successiva conferenza insieme agli assessori di molte regioni, intervistato da Maria Latella, parlando di orientamento e di scuola digitale ha detto: “Oggi ho incontrato i fantastici bambini e le bambine dell’Istituto Ungaretti di Melzo (istituto di eccellenza di cui Tuttoscuola ha parlato più volte nell’ambito della inchiesta permanente “La scuola che sogniamo”, ndr), che alle elementari sono già in grado di programmare i loro giochi, e i loro compagni delle medie che hanno fatto un gioco per spiegare a loro stessi come gestire situazioni complesse. Partendo da loro, dobbiamo capire non solo le inclinazioni, ma anche le attese di ognuno: quelle dei ragazzi, non delle loro famiglie, che pure sono importantissime”.

Il ministro Bianchi ha approfondito la sua posizione sulla scuola digitale. “Stiamo vivendo una grande fase di sperimentazione, io vedo nelle nostre scuole enormi processi di sperimentazione capaci di utilizzare strumenti e l’essenza stessa delle tecnologie. Dobbiamo però – ha avvertito – legarle assieme, ricucire, utilizzare le risorse del Pnrr non per immaginare chissà quale incerto futuro ma per dare sistema alle tantissime esperienze avanzate e illuminate che segnano il cammino di questo Paese”.

La scuola digitale – ha detto ancora Bianchi – ha anche questo compito, non solo permettere a ciascuno con capacità pratiche ma anche insegnare a trattare i dati, a gestire i dati e la stessa IA con tutte le connotazioni etiche perché è ormai divenuta un elemento su cui ragionare. Dobbiamo partire fin dalla scuola primaria, fin dalla scuola dell’infanzia, è necessario introdurre elementi di coding, di tecnicalità analitica che possono essere introdotti con il gioco ma che devono essere sempre visti con quella capacità di coniugare scienza e coscienza”.

Il ministro ha poi spiegato la sua idea di orientamento. “L’idea che l’orientamento si possa ridurre al marketing dell’ultima estate è superata. L’orientamento va fatto da tutta la scuola, insieme alle famiglie. La scuola tutta deve essere il luogo dell’orientamento: non può essere un momento dell’orientamento staccato dal resto. La scuola ‘affettuosa’, in cui il senso di sé è fondamentale, accompagna nel loro percorso i ragazzi: percorsi tutti egualmente dignitosi, che devono portare alla realizzazione della persona. L’idea che trasformiamo l’orientamento in selezione ex ante (“tu sì, tu no”) è sbagliata e pericolosa. Bisogna avere molto rispetto dei ragazzi, anche nelle parole che usiamo.

L’orientamento – ha concluso Bianchi – è soprattutto umile capacità di ascolto e accompagnamento. Facendo così si dà anche a loro il coraggio di fare delle scelte”.

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