Palermo, capitale della dispersione

Secondo un servizio apparso sabato scorso su Repubblica, l’abbandono scolastico raggiunge nelle scuole medie di Palermo il record italiano tra bocciati e dispersi.

È qui, nella scuola media, che si annidano le cause del tuttora elevato numero di giovani italiani  (con punta massima a Palermo) che abbandonano gli studi o la formazione avendo al massimo un diploma di istruzione secondaria inferiore e che di conseguenza – come sottolinea la Commissione europea con riferimento alla fascia 18-24 anni – hanno maggiori difficoltà a trovare un lavoro e sono più spesso disoccupati e dipendenti dall´assistenza sociale.

Dai dati raccolti dal quotidiano romano risulta che l’abbandono scolastico si pone in stretta correlazione con l’assenteismo: a Palermo nove iscritti su cento non sono mai stati scrutinati e il 3,5 per cento ha marinato la scuola per tanti giorni da fare scattare la bocciatura automatica: un dato nove volte superiore rispetto a Roma e a Milano (0,4 per cento) e cinque volte maggiore rispetto alla media nazionale.

Con queste premesse nella scuola media, afferma Repubblica, si spiega il record di bocciati e dispersi del 16 per cento a Palermo (contro il 12 di Catania e il 9 di Messina) nel biennio iniziale di scuola secondaria superiore, mentre a Milano e Roma non si supera il 6 per cento.

Si tratterebbe di una dispersione elevata, forse inferiore a quella reale, che merita di essere meglio approfondita con dati uffiicali. 

Il fenomeno merita, comunque, grande attenzione perché dimostra che alla base dell’abbandono scolastico sta soprattutto la bassa motivazione, la scarsa ‘attrattività’ della scuola, per usare una locuzione europea, per fasce importanti di giovani. Il laboratorio Palermo segnala l’inadeguatezza delle politiche di orientamento, l’eccessiva rigidità dei piani di studio e la difficoltà (ma anche la resistenza) dei docenti a gestire una didattica più flessibile e personalizzata già a partire dalla scuola secondaria di primo grado.