Formazione non obbligatoria: trovata la scappatoia?

A gettare il sasso nello stagno è stata per prima Cinzia Mion, ex-dirigente scolastica molto seguita e apprezzata in campo educativo, esponente di spicco del Movimento di Cooperazione Educativa, con un coraggioso intervento ripreso da Tuttoscuola: http://www.tuttoscuola.com/formazione-in-servizio-lettera-aperta-e-arrabbiata-di-una-ex-ds-ai-sindacati-della-scuola/ . Inizia così: “Non credo che voi sindacati della scuola vi stiate stracciando le vesti per non aver reso obbligatoria la formazione dei docenti (nel recente contratto collettivo) alla notizia che anche ai test Pisa dei nostri quindicenni l’Italia ha ricevuto una solenne bocciatura”. E poi incalza: “Faccio riferimento alla scappatoia che avete trovato, tramite il decreto legislativo 75/2017, targato Madia, di consentire al contratto di modificare la legge ordinaria relativamente alle materie contrattabili. In tal modo il CCNI ha potuto modificare la natura della formazione prevista dalla L.107/2015 ,che richiedeva la formazione per i docenti “obbligatoria e strutturale”. Beh l’avete ridotta a semplice “diritto”!”.

Nessun sindacato della scuola ha reagito, per il momento. Del resto c’è uno strano silenzio su tutta la vicenda. Come se si volesse far passare alla chetichella un principio diverso da quello chiaramente stabilito dal Parlamento, reintrodotto dalla Legge 107/2015 dopo un ventennio di formazione facoltativa, e sul quale c’è un fortissimo consenso da parte dell’opinione pubblica.

La lettera aperta di questa ex-dirigente scolastica arrabbiata mette al centro dell’accusa il rapporto di causa effetto tra il disimpegno all’aggiornamento dei docenti e la bassa qualità del rendimento scolastico degli alunni.

Se la qualità dell’insegnamento è bassa e non concretamente ravvivata, l’apprendimento dei ragazzi ne risente. In sintesi è ciò che fa notare la Mion, che porta a dimostrazione della sua tesi due recenti situazione oggettive.

L’Invalsi aveva evidenziato mesi fa che i livelli di non adeguata competenza linguistica e matematica degli studenti dell’ultimo anno delle superiori avevano una causa remota, in taluni casi, in un non adeguato livello professionale degli insegnanti. Alcune settimane fa sono arrivati i dati OCSE-PISA a confermare le preoccupanti criticità dei nostri quindicenni nelle competenze linguistiche, matematiche e scientifiche.

Campanelli d’allarme che dovrebbero spingere nella direzione di garantire che il personale della scuola sia aggiornato durante tutto il corso della carriera. Il venir meno dell’obbligo (se fosse confermato) e la debolezza dei percorsi universitari funzionali all’accesso nel sistema scolastico incideranno pesantemente sulla qualità degli esiti formativi degli studenti. Il paese ne risentirà ulteriormente.

Conclude la Mion: “Perché pensate che i docenti siano contenti di scansare un certo numero di ore di formazione? Non vi rendete conto che li considerate in questo modo dei ‘paria’ della cultura per cui siete conviti di lisciare loro il pelo evitando di affermare il sacrosanto obbligo della formazione? Si parla per tutti di formazione per tutta la vita e si evita di renderla sacrosanta per i docenti!”.