Verso nuovi ‘Stati generali’?

In Italia abbiamo moltissime sperimentazioni interessanti che non diventano mai sistema. È anche per questo che “vorrei fare a fine anno una Conferenza nazionale della scuola, l’ultima l’ha fatta Mattarella, chiamiamola Stati generali o come volete. Il prossimo sarà un anno costituente“. Dopo l’annuncio fatto nell’intervista a Tuttoscuola (numero di aprile) il ministro Patrizio Bianchi è tornato a parlare del progetto nel corso del suo intervento a “Futura 2021: la scuola dell’inclusione”, un dibattito promosso dalla Flc Cgil al quale hanno partecipato anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e quello del sindacato di categoria Francesco Sinopoli.

Il pragmatico Bianchi non si formalizza sulle etichette: Conferenza nazionale o Stati generali o un altro nome “come volete” si equivalgono, purché l’approccio alle riforme sia globale “a partire dagli asili nido” e non si abbia paura di andare oltre il modello di “scuola militare” ereditato dal passato e fondato sulla lezione trasmissiva. Un modello “che la DAD ha messo in crisi” e che non potrà tornare malgrado i richiami nostalgici di alcuni importanti intellettuali (“che io adoro“, ha aggiunto senza ironia) che però non capiscono che “quel modo di fare lezione, quello prima del Covid, è stato messo in crisiA settembre la scuola tornerà ad essere in presenza ma “con un uso della DaD in cui la scuola di Palermo e quella di Mirandola facciano scuola insieme, per scambiare momenti di condivisione.” Come avvenuto nel progetto “Una scuola nuova, tra sogni e bisogni” realizzato da Tuttoscuola nell’ambito di una iniziativa di contrasto alla povertà educativa, nel quale l’IC Ungaretti di Melzo, realtà di eccellenza nella didattica digitale ha accompagnato con successo la trasformazione digitale dell’IC Zumbini di Cosenza.

Per dare forza al cambiamento globale della mission della scuola (che sarà realizzare l’inclusione, ha detto Bianchi citando don Milani ma anche James Heckman, teorico della personalizzazione e delle “non cognitive skills“) serve un momento rifondativo. Una conferenza nazionale modello Mattarella 1990 (che il ministro ha citato) oppure gli Stati generali modello Moratti 2001 (che non ha citato) oppure “come volete“. Ma di svolta.

Il dibattito mandato in onda dalla Flc Cgil (lo si può vedere cliccando qui) ha ulteriormente messo in luce i tratti distintivi della personalità dell’attuale ministro: il pragmatismo, come già accennato, la cordialità, ma anche la forte convinzione, una carica etica che lo fa accostare ad alcuni suoi illustri corregionali (Bianchi è di Ferrara) della tradizione socialista riformista emiliana-romagnola, da Camillo Prampolini a Fernando Santi.

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