Se i risultati dell’esame di Stato litigano con quelli dell’INVALSI…/1

Puntuale, la polemica sugli esami di Stato coincide con l’avvio degli stessi, così come riforme degli esami di Stato coincidono, almeno negli ultimi decenni, con il cambio di titolarità del dicastero dell’istruzione. Abolizionisti e favorevoli si contrappongono sulla base di motivazioni tutte astrattamente valide, o almeno tutte capaci di cogliere una parte di verità. I favorevoli sottolineano che l’esame di maturità costituisce una sorta di rito iniziatico che sancisce la fine dell’adolescenza e l’ingresso nella vita adulta, e che, comunque, imparare a sostenere lo stress e la tensione che connotano una prova di questo genere significa prepararsi alla vita universitaria (per chi la intraprende), evitando la shock di un percorso di prove che, altrimenti, rischierebbero di apparire insormontabili a dei giovani non abituati ad essere esaminati.

Gli abolizionisti, dal canto loro, evidenziano che l’esame di Stato è ormai un rito quasi solo italiano, quest’anno, poi, particolarmente inutile, in quanto sostenuto di fronte a una commissione quasi tutta interna alla scuola (tranne il presidente), riducendolo, di fatto, a poco più di un normale scrutinio dei voti. Peraltro, sostengono gli abolizionisti, data la grande variabilità degli esiti, non solo tra i diversi territori, ma anche tra le diverse commissioni, gli esami di Stato falliscono l’obiettivo di svolgere una funzione unificatrice dei titoli di studio sul livello nazionale, e neppure costituiscono una certificazione di competenze utili per essere spese sul mercato del lavoro.

Al di là delle differenti opinioni, c’è tuttavia un fatto oggettivo del quale occorre tenere conto, ossia la discordanza tra gli esiti dell’esame di Stato e quelli delle valutazioni INVALSI, questione che Tuttoscuola evidenziò con analisi approfondite già nel 2013 e oggetto di discussione ormai da almeno un quinquennio. Discordanza che si traduce in un vero e proprio rovesciamento di prospettiva, quando si consideri che i voti della maturità sono in genere più bassi al Nord, dove si registrano mediamente risultati migliori nelle prove INVALSI, e più alti al Sud, dove, invece, sempre come valore medio, si registrano risultati inferiori alle rilevazioni INVALSI. Una certa coincidenza sembra, invece, registrarsi nelle regioni centrali, forse a conferma della proverbiale medianità della virtù: in medio stat virtus, anche se aurea è pure la mediocritas, espressione, tuttavia, che, in italiano, ha un valore dispregiativo che non è così caratteristico della parola latina.

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