Treu (CNEL), evitare la dispersione di preziose risorse

Forti divari territoriali, alto tasso di dispersione e abbandono scolastico, deficit nelle competenze di base con punte più alte nelle regioni del Sud, influenza dell’origine socio-economico e culturale”: sono alcune delle criticità del sistema di istruzione e formazione italiano, peraltro all’origine del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che impattano in maniera significativa sull’economia, emerse dall’audizione al CNEL dei presidenti di Invalsi e Indire, Roberto Ricci e Cristina GriecoNe dà notizia il sito del CNEL, che riporta anche una sintesi dell’intervento di Tiziano Treu, che lo presiede dal 2017.

Affrontare e risolvere queste gravi mancanze, che vedono l’Italia penalizzata rispetto ad altri Paesi europei, significa agire lungo tutto il percorso di istruzione dalla scuola primaria all’università”, ha affermato Treu, costruendo “adeguati percorsi e strumenti di orientamento già a partire dal primo ciclo di istruzione” con la “partecipazione dell’intera società, in un approccio coerente e solidale”. 

In questa ottica, “le risorse del PNRR potrebbero rappresentare un’occasione imperdibile anche per consolidare i Patti educativi di Comunità”.

Ma “le risorse della Missione 4 del PNRR, ‘Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado’, che stanzia 1,5 miliardi di euro per il monitoraggio dei divari territoriali e la riduzione dei gap sull’acquisizione di competenze di base, non devono essere sprecate” – ha ammonito Treu. Il punto è quello di “evitare una dispersione di preziose risorse. L’arrivo dei finanziamenti alle scuole è stato corredato da un documento contenente alcuni orientamenti di carattere generale che, a detta degli esperti, non sono in grado di aiutare gli istituti nella definizione di progetti operativi e di indirizzare gli stessi verso una corretta ed efficiente gestione delle risorse. Molti istituti, infatti, registrano carenze nelle competenze progettuali. In questo caso lo strumento della co-progettazione col terzo settore potrebbe arginare il rischio di una errata allocazione di risorse grazie a un confronto costante con gli attori del privato sociale e con gli enti locali”.

Insomma anche per il presidente del CNEL bisogna cambiare marcia, evitando di ripetere gli errori che hanno portato al fallimento dei progetti PON: la distribuzione a pioggia delle risorse, il localismo, l’autoreferenzialità dei miniprogetti, la mancanza di un autentico spirito innovativo per carenza di know-how, l’assenza di un supporto qualificato alle scuole, che già sono pesantemente impegnate nella normale operatività.

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