PNRR e dispersione/1: non è che si sta pensando a un mega ‘corso di recupero’?

Si discute molto nelle scuole sulle modalità di attuazione, se non addirittura sull’interpretazione, del Decreto Ministeriale 24 giugno n. 170 sul contrasto alla dispersione e ai divari territoriali. Non sono state ancora rese note dal Ministero dell’Istruzione le linee guida amministrativo-contabili sulle spese ammissibili e sulla rendicontazione. Ci poniamo una domanda: i fondi per i progetti contro la dispersione di cui al citato DM potranno essere investiti anche nella formazione dei docenti, oppure potranno essere utilizzati quasi esclusivamente per attività di mentoring e di recupero con gli studenti? E chi potrebbe erogare, nel complesso, milioni di ore per tali attività se non in gran parte gli stessi docenti del mattino? In questo modo gli studenti in difficoltà mangerebbero la stessa minestra del mattino, col rischio di ulteriore demotivazione e fuga dalla scuola, mentre i loro docenti non avrebbero la possibilità all’interno dei progetti di adeguare la loro professionalità, se fosse prevista la non ammissibilità delle spese per la formazione.

Una vecchia strada, già percorsa a lungo dai PON, che malgrado i miliardi spesi non sembra abbia portato benefici significativi in termini di riduzione dei ritardi e dei divari nei livelli di preparazione degli studenti del Sud e una più che modesta riduzione della dispersione. In realtà se non si prevede l’introduzione di nuovi modelli educativi più efficaci, i docenti di oggi otterranno gli stessi risultati di sempre: se non sono in grado di coinvolgere alcune fasce di studenti che poi abbandonano, come potranno farlo seguendoli pure in orario extra scolastico? Il pericolo è che proprio gli studenti fragili a cui ci si rivolge possano percepire tutto ciò come una forma di accanimento terapeutico o addirittura un “raddoppio della pena”…

La definizione delle modalità di gestione e di spesa determinerà gli spazi di azione delle scuole, e assume dunque un’importanza fondamentale, al punto da poter affondare le possibilità di successo: vincoli eccessivi potrebbero ingabbiare le progettualità e ridurre il programma del PNRR sulla  riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica a una sorta di mega corso di recupero pomeridiano, peraltro condotto con mezzi e strategie analoghi a quelli già messi in atto nelle singole scuole, se non verrà data alle stesse la possibilità di formarsi e di essere accompagnate.

D’altronde il documento di “orientamenti per l’attuazione degli interventi delle scuole” diffuso da MI prevede tra le azioni la “personalizzazione dei percorsi” e “misure di accompagnamento per superare divari territoriali e disuguaglianze”: come si realizzerebbero tali azioni senza una formazione di alto livello e un accompagnamento operativo da parte di soggetti qualificati?

© RIPRODUZIONE RISERVATA