Studenti problematici in classe? Come aiutare l’insegnante a non sentirsi solo

Il Centro Studi Erickson inaugura il primo appuntamento con gli Osservatori dedicati al tema dell’inclusione in vista del convegno “La qualità dell’inclusione scolastica e sociale” in programma a Rimini dal 3 al 5 novembre. La prima riflessione mette al centro il rapporto tra studente e insegnante nel caso in cui l’alunno presenti comportamenti problematici durante le lezioni. Una vera sfida per la scuola inclusiva: allievi che non riescono a stare attenti e fermi al loro posto, che non ubbidiscono, che disturbano i compagni e il regolare svolgimento delle lezioni, che in certi momenti diventano aggressivi, possono provocare un cortocircuito nell’insegnante. Quest’ultimo prima perde la pazienza, poi la fiducia e infine, qualche volta, anche la voglia di lavorare e si ritrova così, letteralmente, bruciato (burnout, usando il termine tecnico).

Cosa fare quindi? “Occorre aiutare l’insegnante a mettere in atto strategie efficaci per affrontare il problema”, osserva Fabio Celi, psicologo e docente di psicopatologia dello sviluppo all’Università di Parma e Pisa, che parteciperà come relatore al Convegno Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”. “Ne cito solo una, apparentemente la più fredda e la meno significativa: l’osservazione sistematica. Passare da una osservazione generica, etichettante e giudicante (come ‘Matteo è aggressivo’) a una operazionale, chiara e quantificata (come ‘Matteo durante questa settimana ha aggredito verbalmente i compagni 12 volte’) permette di valutare e in qualche modo tenere sotto controllo il significato e il valore di quello che si sta cercando di fare per l’allievo”. Difficile che in una settimana – ma anche in un mese – Matteo da “aggressivo” diventi “educato”, ma è possibile che passi da 12 a 9 comportamenti poco adeguati al contesto di classe. “Quando questo accade, la percezione dell’insegnante cambia, aumenta il suo senso di autoefficacia e probabilmente anche la sua relazione con quell’allievo”, afferma Celi.

È importante poi fare rete intorno all’insegnante con l’obiettivo di non farlo sentire solo: colleghi, insegnanti di sostegno, educatori, psicologi consulenti rappresentano importanti fattori protettivi. E ancora: aiutare l’insegnante a lavorare sui propri pensieri, sulle proprie emozioni, senza cercare di scacciarli o combatterli. In questo modo, risulterà più semplice, per l’insegnante, comprendere piuttosto che punire: “Non è semplice, ma è indispensabile se vogliamo che la scuola sia veramente inclusiva. Importante è ricordarsi di sottolineare con convinzione, rinforzare, gratificare quei comportamenti che, anziché essere problematici, sono adeguati, o almeno un po’ più adeguati rispetto a prendere a pugni un compagno”, conclude Fabio Celi. “Questo è un punto complesso perché, in quanto esseri umani, di fronte a un problema siamo automaticamente portati a vederne gli aspetti più critici. Chi è il bambino problematico? A questa domanda, la mente dell’insegnante risponderà: è il bambino che butta i quaderni fuori dalla finestra. È più facile vedere questo che non il bambino che talvolta riesce a star fermo, seduto e attento. Ma se la maestra non si accorge del bambino che, sia pure per pochi minuti, sta fermo seduto e attento, se non lo rinforza in quei brevi momenti, se non gli mostra tutta la sua soddisfazione per questi suoi anche piccoli progressi, il bambino lanciatore di quaderni tornerà subito fuori anche solo per far vedere che lui c’è, che esiste, che è lì”.

Cercare di comprendere il proprio allievo, accettarlo per quello che è, includerlo, cogliere le piccole cose positive che può dare e gratificarlo per questo, finirà per gratificare anche l’insegnante e dare un senso diverso al suo lavoro. Il cambiamento più significativo avverrà in lei, che vedrà il bambino con occhi diversi.

La gestione dei comportamenti problema in aula sarà uno degli argomenti che verrà trattato al Convegno Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale” in programma al Palacongressi di Rimini dal 3 al 5 novembre 2017.

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