Quando Salvini invade il campo di colleghi ministri

Salvini, il ministro f.f. dell’istruzione? Lo aveva già fatto per la prof. palermitana sanzionata per il video dei suoi studenti, sostituendosi di fatto, con proprie valutazioni e iniziative, al ministro dell’istruzione Bussetti, suo collega di Governo. In quel caso era stato chiamato in causa direttamente dagli studenti.

Lo ha fatto ancora una volta, proponendo il riconoscimento di crediti formativi nei confronti degli studenti che donano il sangue, “spiazzando” nuovamente il collega Bussetti che certamente non vorrà protestare contro il suo segretario di partito.

Il vicepremier Matteo Salvini, nella veste di f.f. (facente funzione) sembra sempre più incline alle invasioni di campo delle prerogative di altri ministeri, nonostante sia già stato ripreso per questi interventi (cartellino giallo, si direbbe in gergo calcistico) e senza curarsi nemmeno della praticabilità delle sue proposte.

Per la questione palermitana sappiamo tutti come è andata. “Il provvedimento punitivo sarà rivisto – aveva detto Salvini – la professoressa tornerà subito in classe e con lo stipendio, è stata una richiesta mia e di Bussetti, che parlerà con il provveditore”.

Salvini aveva venduto la pelle dell’orso, la sanzione è rimasta e i legali dell’insegnante hanno dovuto avviare un’azione di annullamento per illegittimità del provvedimento.

Non è molto diversa la questione del credito formativo per gli studenti donatori di sangue.

L’intesa Avis-Miur, rinnovata l’anno scorso, precisa in merito che “La partecipazione delle studentesse e degli studenti a progetti realizzati in attuazione del presente Protocollo d’intesa può dar luogo al riconoscimento di crediti formativi”, si legge all’articolo 4 del testo. Ma “in nessun caso i crediti possono riferirsi alla mera attività di donazione”.

I crediti formativi per donare il sangue non sono praticabili, a differenza di quanto annunciato da Salvini.

Ma in una società in cui conta di più comunicare che fare, Salvini uscirà di certo vincente ancora una volta.