Prove Invalsi 2019: non più requisito per ammissione agli Esami di Stato?

La maturità 2019 potrebbe perdere un altro pezzo e assomigliare sempre più – forse in peggio – al vecchio Esame di Stato.

Dopo l’annuncio del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che intende cancellare dagli orali dell’esame di maturità ogni traccia dell’alternanza scuola lavoro e lasciare spazio alle materie tradizionali, alla Camera è stato presentato dalla maggioranza un emendamento al decreto legge ‘milleproroghe’ per rinviare di un anno la disposizione che prevede come requisito di accesso all’esame la partecipazione alle prove Invalsi in calendario per il prossimo marzo per gli studenti del quinto anno.

Il decreto legislativo 62/2017 sulla valutazione e gli esami ha previsto per la prima volta le prove Invalsi nell’ultimo anno delle superiori in modalità computer based per italiano, matematica e inglese. Ha previsto, altresì, che, come è già successo nell’aprile scorso per gli alunni di terza media, la partecipazione sia considerata requisito di accesso all’esame.

Se, come è prevedibile, l’emendamento passerà, le prove si effettueranno ugualmente senza che siano valide per l’ammissione all’esame. Resteranno come requisito di accesso la frequenza di almeno tre quarti delle monte ore anno delle lezioni e la partecipazione ad attività di alternanza scuola e lavoro. Sempre che, in attesa della riforma di questo istituto normativo annunciata dal ministro, non si preveda di inserire nel ‘milleproroghe’ un rinvio di un anno del dispositivo che prevede la partecipazione ad attività di alternanza come requisito di accesso all’esame come per le prove Invalsi.

L’emendamento che declassa le prove sembra avere come obiettivo finale una messa in discussione dell’Invalsi.