Precari, prevista fase di transizione, Fedeli: ‘La Buona Scuola ha permesso di ridurre il precariato’
Queste sono le parole pronunciate dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante l’audizione di ieri in Commissione Cultura di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Infatti, tra i punti toccati (università, diritto allo studio, edilizia scolastica e mobilità) anche quello degli insegnanti precari. Cisl: “Bene impegno sul reclutamento, ma si faccia di più”. Anief: “Soluzioni su fase transitoria non ci soddisfano”.
Perché proprio di una fase transitoria prevista per i precari ha parlato ieri la Ministra: “Nello schema di dlgs ora in esame sul reclutamento dei docenti e sulla formazione iniziale, si prevede una fase transitoria appositamente studiata per un segmento importante dei precari della scuola. Quelli abilitati potranno entrare in ruolo sui posti disponibili previo superamento di un esame orale, quelli non abilitati con almeno 36 mesi di servizio potranno entrare in ruolo partecipando a un concorso semplificato, con un solo scritto anziché gli ordinari due. In entrambi i casi, svolgeranno un tirocinio ridotto rispetto a quello di 3 anni richiesto ai nuovi laureati vincitori di concorso”.
“La legge 107/2015 – ha poi continuato Fedeli nel corso dell’audizione – ha consentito di ridurre in maniera cospicua il fenomeno del precariato, grazie alla disponibilità di oltre 55mila posti in più per il potenziamento dell’offerta formativa, e grazie al piano assunzionale straordinario che ha autorizzato l’assunzione di 102.734 docenti per coprire tutti i posti vacanti disponibili. Ciò ha permesso di svuotare quasi completamente le Gae della scuola secondaria: rimangono pochi iscritti, che hanno scelto di non avvalersi del piano straordinario”.
Ma Cisl storce il naso: “Bene l’impegno, dichiarato dalla ministra Fedeli alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato, per consolidare quanto più possibile i posti oggi funzionanti in organico di fatto, cosi’ da far crescere le possibilità di assunzione dalle graduatorie ad esaurimento e dai concorsi; una direzione di marcia giusta, che apre a concreti e positivi risultati, ma non del tutto risolutiva“. A dichiararlo è Maddalena Gissi, segretaria di Cisl Scuola che continua in una nota: “Va infatti affrontato e risolto anche il problema dei tanti precari, diverse migliaia, che coprono posti vacanti per l’intero anno, pur non essendo inseriti in graduatorie concorsuali. Persone senza le quali la scuola non potrebbe funzionare; sarebbe incomprensibile e ingiustificabile non tenerne conto mentre si ragiona, finalmente, di stabilizzazione dei precari della Pa. A questi docenti non si può lasciare, come unica prospettiva, il divieto di lavorare previsto dalla 107 dopo 36 mesi di contratto a tempo determinato. Crediamo che qualche risposta possa e debba essere data anche con la delega sul reclutamento attualmente all’esame delle Camere, non limitandosi a ridisegnare percorsi e procedure concorsuali. La stabilizzazione del lavoro è in realtà un obiettivo da assumere in termini generali, quindi le stesse ragioni devono valere per i tanti precari dell’area ATA, anch’essi sotto la spada di Damocle dei trentasei mesi previsti con la ‘Buona scuola’, grazie alla quale le sanzioni per l’abuso di lavoro precario finiscono assurdamente per colpire il lavoratore anziché il datore di lavoro. Un’evidente anomalia, ma soprattutto una vergognosa ingiustizia che deve essere assolutamente evitata“.
Ancora meno convinto Anief: “Le soluzioni prospettate dal Ministro Fedeli su quella che dovrebbe essere la cosiddetta fase transitoria con cui convivere fino al 2024, non soddisfano – spiega il sindacato in una nota -. Infatti, la fase transitoria deve necessariamente prevedere l’utilizzo, per le nuove immissioni in ruolo, di tutte le graduatorie di Merito non esaurite e l’inserimento dei candidati risultati o che risulteranno idonei al termine del concorso a cattedra: tutti i vincitori e gli idonei del concorso, in poche parole, vanno assunti a tempo indeterminato e non lasciati al ‘palo’, in attesa di chissà quali eventi, anche perché ci sono 100 mila posti vacanti da coprire subito e non possono essere lasciati liberi per quasi altri dieci anni“.
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