Piano Marshall natalità: il decremento demografico è problema strutturale

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All’inizio dell’anno scolastico il ministro dell’istruzione Bussetti, intervistato da un emittente campana che gli chiedeva se il calo demografico di circa 15 mila alunni potesse comportare riduzione di cattedre, rispondeva: “La curva demografica ha storicamente una curva sinusoidale, sono fenomeni che ci sono già stati in passato…”.

Insomma, sembrerebbe che per il ministro e per i suoi consiglieri ministeriali il decremento demografico attuale attraversi una fase congiunturale di cui non ci si dovrebbe preoccupare.

Ma negli ultimi quindici anni, proprio in Campania, il calo di nascite è stato costante, anno dopo anno, al ritmo di una media di 900-1000 nascite in meno all’anno: il numero dei nati è sceso dai 64.310 del 2003 ai 49.990 del 2017 (-22%). Un fenomeno che, grosso modo, nello stesso periodo ha riguardato tutta Italia. E se non ci fosse il contributo di nascite degli stranieri e degli italiani di seconda generazione, il calo sarebbe verticale.

Altro che andamento sinusoidale o congiunturale. Quel decremento ha caratteristiche strutturali.

Pochi giorni fa, come riportato da La Stampa, ancora il ministro Bussetti, nell’informare che per il prossimo anno si sono iscritti nelle scuole statali quasi 70 mila alunni in meno, ha minimizzato il fenomeno, dichiarando che “è il frutto del normale andamento demografico che risente dei periodi di crisi economica e poi si riflette sulla popolazione scolastica”.

Ma è davvero la crisi economica la causa del calo demografico? È davvero una fase passeggera?

Che la crisi economica abbia il suo peso nessuno lo mette in dubbio, ma da sola non può spiegare la costante flessione di nascite che, a cominciare dal 2009, ha interessato tutte le regioni italiane, attraversando anche periodi in cui la crisi economica era meno forte.

Sono diverse e più complesse le cause che in Italia originano la denatalità. I fattori che concorrono a determinare il decremento delle nascite sono di natura sociale, culturale, etica, religiosa, oltre a quella economica. E l’ISTAT parla di problema strutturale.

La parola ‘problema’ evoca emergenza, crisi, ricerca straordinaria di soluzioni.

Per un problema strutturale occorrono soluzioni strutturali, da adottare con urgenza.

È fuori luogo parlare di “Piano Marshall” della natalità italiana?