Pantaleo (Flc Cgil): Sui contributi delle famiglie, la Gelmini come Biancaneve

Non sono solo i sindacati dei dirigenti scolastici a criticare il ministro per l’irritazione manifestata al quotidiano La Repubblica verso quei dirigenti scolastici che chiedono contributi alle famiglie, con l’intento di screditare l’operato del governo, ma anchela Flc Cgil e il Pd, che hanno diffuso due note molto dure.

Per il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: “la Gelmini sembra Biancaneve. Tutti saremmo contrari, e anche noi lo siamo (alla richiesta alle famiglie, da parte delle scuole, di denaro per le spese più urgenti, NdR), ma se denari e fondi non ci sono è perché lei stessa e Tremonti li hanno tagliati, come fanno le scuole a sopravvivere?

Questo atteggiamento delle scuole – secondo Pantaleo – deriva da un alto senso di responsabilità che insegnanti e dirigenti notoriamente possiedono. La sottrazione di fondi e i tagli degli organici hanno messo purtroppo la scuola pubblica alle corde e le responsabilità sono solo di chi governa. La scuola pubblica è un servizio che è (dovrebbe essere) gratuito, ma la Gelmini lo ignora e poi se la prende con i Dirigenti scolastici con un’accusa curiosa: quella “di chiedere soldi” per screditare il governo. Non è una novità, già in un’altra occasione il Ministro aveva invitato i Dirigenti a candidarsi alle elezioni se vogliono far politica e li aveva accusati di non saper gestire le scuole”.

Il leader della Flc Cgil nota come, “tutte le volte che la stampa evidenzia le difficoltà e i problemi reali delle scuole, derivanti dalla continua sottrazione dei soldi necessari per poter garantire almeno l’essenziale funzionamento, il Ministro neghi i fatti, inventi numeri e cerchi di scaricare sui lavoratori le sue responsabilità”.

Pantaleo conclude trovando “ridicolo che il Ministro tenti di creare una distinzione tra Dirigenti scolastici capaci di amministrare e Dirigenti incapaci, che sarebbero poi quelli chiedono soldi alle famiglie”.

Per la responsabile Scuola della segreteria del Pd, Francesca Puglisi, “la sindrome da complotto dilaga: oggi tocca al ministro Gelmini affermare che la richiesta di soldi ai genitori degli alunni, da parte dei presidi, è una forma per criticare il governo“.

La verità, purtroppo – continua l’esponente democratica – è che le scuole stanno ancora aspettando quasi 1 miliardo di euro di crediti che il ministro ha fatto sparire in un fantomatico ‘modello zeta’ del bilancio di ogni scuola. La clausola di salvaguardia nel 2008 non scattò perché il governo Prodi mise le risorse necessarie per non far ricadere il costo dei mancati tagli di organico sui fondi di funzionamento per le scuole. E’ nel 2009 che il governo Berlusconi non ha provveduto allo stesso modo facendola, quindi scattare“.

I tagli della Gelmini “sono fatti e non complotti e sono messi nero su bianco nelle leggi finanziarie di Tremonti. La Gelmini poi si copre ulteriormente di ridicolo da sola dicendo che i fondi di funzionamento aumentano perché taglia sulle pulizie delle scuole: che non si lamenti poi se sono sporche“.