Monitoraggio europeo/3. Si investe poco in istruzione. Ma è solo una questione di soldi?

Sembra evidente una correlazione diretta tra bassa spesa nell’istruzione e negativo andamento negli apprendimenti.

Se il sistema di istruzione italiano produce risultati sotto la media UE sia negli apprendimenti (vedi ad esempio i 26 quindicenni su 100 che non raggiungono un livello di competenze neanche minimo in scienze), sia nel successo formativo (solo il 27,6% dei giovani tra 30 e 34 anni ha raggiunto il livello di istruzione terziaria, solo la Romania fa peggio di noi in Europa, dove la media è del 40,3%), è sicuramente in parte dovuto alle scelte di investimento fatte dal nostro paese, che non riservano nei fatti un trattamento prioritario all’istruzione.

Ma questo spiega del tutto gli insoddisfacenti risultati del mondo dell’istruzione a livello europeo? In altri termini, basterebbe spendere di più per l’istruzione per dare una svolta? Purtroppo le cose non stanno così: non basterebbe aumentare la spesa per migliorare la qualità e l’equità della scuola italiana se non venissero rimosse le ragioni profonde degli squilibri e dei ritardi che tuttora la caratterizzano: il suo carattere selettivo derivante dalla rigidità dei modelli organizzativi, dalla standardizzazione dei piani di studio, dalla discontinuità degli insegnanti a partire da quelli di sostegno, da una didattica che resta spesso trasmissiva sia in presenza che a distanza, dall’assenza di un organico piano di formazione in servizio dei docenti, da sindacati più interessati alla stabilità dei posti di lavoro che all’incentivazione della qualità delle prestazioni professionali del personale.

I soldi servono, eccome, ma diventano un investimento produttivo solo se posti al servizio di un serio e motivante progetto di miglioramento, ripetiamo, della qualità e dell’equità del sistema di istruzione italiano. Altrimenti restano spesa e basta. Noi lo diciamo da anni, forse decenni, documentando e supportando queste valutazioni con dati, analisi, comparazioni. Ma non passa.