Maturità 2019: prova di italiano promossa, cresce l’ansia per l’orale        

Maturità 2019/2

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Se la prova simulata di italiano svoltasi il 19 febbraio è stata accolta dagli studenti con sollievo (secondo un sondaggio a caldo solo uno studente su cinque si è lamentato delle tracce scelte, mentre il 48% le ha considerate nel complesso interessanti e un altro 31% ne ha giudicata almeno una di suo pieno gradimento) crescono le preoccupazioni per la seconda prova scritta e per l’orale. Sono giustificate? A nostro avviso poco, e spieghiamo perché.

Per quanto riguarda la seconda prova il D. Lgs. 13 aprile 2017 n. 62 ha stabilito che essa abbia per oggetto “una o più discipline caratterizzanti il corso di studio”, e non è sbagliato, a nostro avviso, che il Ministero abbia ritenuto di abbinare le due materie più importanti e più affini di ciascun indirizzo di studio, rendendo così la valutazione della preparazione dei singoli candidati, che sarà fatta anche con l’ausilio di apposite griglie nazionali, più affidabile. Caso mai si sarebbe dovuto dire subito, almeno all’inizio dell’anno scolastico, che si sarebbe andati in questa direzione, per orientare e facilitare il lavoro degli insegnanti. 

Quanto al colloquio il citato Decreto stabilisce che la Commissione “propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera”. Inoltre i candidati saranno chiamati ad esporre le esperienze di alternanza scuola-lavoro e a rispondere a domande relative ad attività didattiche svolte in materia di Cittadinanza e Costituzione.

Buona parte del colloquio riguarderà dunque conoscenze ed esperienze ben note al candidato. L’unica incognita sarà la domanda di partenza, che non sarà scelta dallo studente (come avveniva con la ‘tesina’) ma sarà predisposta dalla Commissione e sorteggiata da ciascun candidato tra tre buste chiuse contenenti tre domande di equivalente rilevanza.

Le tre buste, a loro volta, saranno prelevate da quelle, pari al numero dei candidati più due, che ciascuna Commissione dovrà predisporre nei giorni precedenti l’avvio dei colloqui, tenendo conto del percorso svolto dagli studenti così come riportato nel documento redatto dai Consigli di classe prima degli esami. Una procedura non semplice, che costringerà i commissari d’esame a un superlavoro di preparazione dei quesiti, ma che non dovrebbe riservare sorprese anche perché, presumibilmente, i membri interni delle Commissioni avranno cura di legare i quesiti ai programmi effettivamente svolti, e non mancheranno di rassicurare i loro studenti su tale corrispondenza. Da questo punto di vista la parte iniziale della prova orale della maturità non sarà diversa da una normale interrogazione. Poi però il candidato diventerà protagonista parlando di alternanza e di Cittadinanza e Costituzione sulla base delle sue personali esperienze. La paura dell’ignoto (o della casualità della scelta della busta contenente la prima domanda, che è la stessa cosa) appare poco fondata.