La mozione leghista per i diplomati magistrali alla prova del fuoco

Tre settimane fa, quando le prospettive di formare un nuovo Governo erano ancora in alto mare e i giochi erano aperti mentre incalzavano le pressioni per dare una risposta ai diplomati magistrali ex-GAE, venivano presentate quasi contemporaneamente due mozioni per sciogliere proprio quel nodo spinoso: una della Lega (presentata al Senato dal sen. Mario Pittoni) e un’altra di Forza Italia (presentata alla Camera dalle on. Mariastella Gelmini e Valentina Aprea). 

Mentre la mozione forzista impegnava il Governo a dare soluzione al problema secondo un dettagliato schema che individuava priorità, precedenze ed esclusioni nel complesso mondo del precariato magistrale, la mozione leghista impegnava il Governo a risolvere la questione senza indicare modalità e dettagli applicativi: “assumere iniziative, anche legislative urgenti, volte a una soluzione politica – chiesta unanimemente dalle parti sociali – che da una parte arrivi in tempo utile per assicurare la regolarità delle operazioni propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019 e dall’altra tenga conto della necessità di rispettare dignità e aspettative di tutte le categorie di docenti precari interessate, per agevolarne il percorso e per evitare il generarsi di ulteriori criticità”.

Ora però il Governo c’è e la Lega (non Forza Italia) avrà un ruolo importante in materia d’istruzione, anche perché a capo del Miur c’è proprio un esponente vicino a quel partito.

L’obiettivo del salva-diplomati magistrali avrà bisogno di scendere nel dettaglio, fuori da generici impegni e dalle ambiguità, perché un salva-tutti (diplomati e laureati) è impossibile.

Occorre il coraggio di scontentare qualcuno nella soluzione urgente da adottare (potrebbe essere uno dei primi decreti-legge del nuovo Governo).

Comunque vada, sarà un primo banco di prova, non facile, per il nuovo ministro Marco Bussetti.