La guerra dei test/2. Le ragioni del movimento no-test in un volume del Cesp

Le ragioni dell’opposizione frontale ai test sono raccolte in un volume recentemente pubblicato a cura del Cesp (Centro Studi per la Scuola Pubblica) di Bologna e della sede nazionale dei Cobas (Comitati di Base della Scuola), che ne costituiscono il referente sindacale.

Una parte dei testi qui raccolti ha carattere marcatamente ideologico, individuando nell’uso sistematico dei test standardizzati uno strumento utilizzato dall’establishment politico-economico del mondo occidentale per uni-formare grandi agglomerati di lavoratori-consumatori e predisporli fin dalla scuola, con i test uguali per tutti, ai modelli di consumi di massa proposti dalle grandi imprese multinazionali. Ricompaiono qui schemi interpretativi propri di formazioni politiche vicine all’antagonismo sociale post-sessantottino, che d’altra parte costituiscono l’humus nel quale affondano le radici gli stessi Comitati di Base.

Ma non c’è solo questo. Nel volume, al di là delle semplificazioni e delle demonizzazioni ideologiche, si dà spazio anche a una visione della didattica e della valutazione che valorizza ciò che i test (e il teaching to the test) tendono ad appiattire e uniformare: il pensiero critico, la creatività, le differenze, le diversità individuali, la ricerca di senso. Tutti elementi di una didattica cui corrispondono modalità di valutazione non di tipo quantitativo-misurativo come sono quelle basate sui test e che prendono in considerazione, per esempio la discussione in classe, la scrittura personale, le domande a risposta aperta, la costruzione e co-costruzione degli apprendimenti.

La tesi sostenuta nel volume del Cesp è che quest’ultima visione della didattica e della valutazione sia radicalmente alternativa e incompatibile con quella fondata sull’uso dei test standardizzati. Un rischio da tenere nella massima considerazione. C’è però chi ritiene, e noi siamo tra quelli, che il problema sia assolutamente aperto, e che ci siano ottime ragioni per cercare un punto di composizione tra le esigenze della valutazione di sistema e quelle della valutazione didattica.