La dura vita delle scuole mentre l’anno entra nel vivo
Inizia la terza settimana del nuovo anno scolastico con molte scuole che non hanno ancora risolto i problemi di organizzazione del servizio, a cominciare dalla precarietà di impiego del personale scolastico.
Le dotazioni di mascherine e di gel arrivano a singhiozzo alle scuole, il piano di consegna dei 2,5 milioni di banchi monoposto non è ancora noto e si snoda gradualmente (si spera si concluda entro la fine di ottobre). Un numero non quantificato (ma non esiguo) di aule d’emergenza all’esterno delle scuole è tuttora in attesa di essere approntato.
Ma il vero problema, in attesa di piena soluzione, è quello del personale.
Il flop delle immissioni in ruolo (circa il 70% degli 85 mila posti autorizzati sono rimasti vacanti) ha costretto gli uffici scolastici ad attivarsi per le nomine di supplenti iscritti nelle nuove graduatorie provinciali (GPS), graduatorie precarie contestate e riaggiornate (in alcune città ritirate per essere rifatte).
A tutt’oggi sono ancora molte le scuole con cattedre vuote in attesa delle nomine di supplenti chiamati dalle GPS. In attesa di quelle nomine, le scuole sono costrette a ridurre l’orario delle lezioni utilizzando solamente i docenti presenti.
Nella scuola primaria, anche per queste ragioni, il tempo pieno nella maggior parte delle scuole interessate non è ancora partito.
C’è poi il problema, in attesa di piena attuazione, dei 70 mila docenti e ATA Covid per la cui attivazione il Ministero dell’istruzione ha erogato direttamente i fondi alle scuole.
Soltanto una minima parte di quel personale – che servirà soprattutto per le classi sdoppiate – è stato nominato, attingendo dalla graduatoria d’istituto, perché molti supplenti preferiscono attendere la nomina dalle GPS per supplenze annuali.
Per tutte queste situazioni di organizzazione precaria, in un contesto anomalo come quello assoggettato al rispetto delle misure di sicurezza sanitaria, a trovarsi in seria difficoltà sono i dirigenti scolastici, orfani tuttora dello scudo penale (o comunque di qualche forma di protezione rispetto a eventi da loro non controllabili) invocato da tempo.
Ad una situazione già di per sé di difficile gestione si sta aggiungendo anche il problema delle imminenti elezioni degli organi collegiali.
Il presidente dell’ANP, Giannelli ha espresso preoccupazione soprattutto in previsione dell’ingresso nelle scuole di centinaia di genitori chiamati al voto.
Avrebbe preferito il rinvio o il voto on line, ma il ministero ha subito risposto: “Le elezioni degli Organi collegiali delle scuole non sono rinviabili. Sono infatti un obbligo previsto dalle norme e sono necessarie per garantire Organi pienamente legittimi e in grado di produrre deliberazioni altrettanto legittime”.
Per quanto riguarda il voto on line, va considerato ma solo in prospettiva.
L’anno scolastico è ormai nel vivo e il quadro d’insieme non è certamente dei più confortanti, con inevitabili riflessi sulla didattica.
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