Cassese sul concorso loda Azzolina: non ceda

A dispetto dell’età (tra pochi giorni compirà 85 anni, auguri!) Sabino Cassese, illustre giurista nel campo del diritto amministrativo e giudice emerito della Corte costituzionale, continua ad essere tra i protagonisti più vivaci, acuti e ascoltati del dibattito pubblico anche attraverso le frequenti interviste e gli articoli pubblicati sui principali quotidiani.

Cassese si è spesso occupato di scuola (si ricorda un suo memorabile intervento pronunciato in occasione della Conferenza nazionale sull’autonomia delle scuole del 1990, alla presenza dell’allora ministro della PI Sergio Mattarella). Lo ha fatto ancora una volta lo scorso venerdì 2 ottobre con un editoriale pubblicato sul Corriere della Sera, intitolato “La scuola e i concorsi da fare”.

Nel mirino di Cassese sta l’“inedita alleanza Lega, Pd, sindacati della scuola (che), dopo aver spinto per rinviare ad ottobre il concorso straordinario per la scuola bandito ad aprile, vuole ora che non si faccia”. Ma la ministra Azzolina resiste “coraggiosamente”. E anche con buone ragioni, intanto perché la Costituzione, all’articolo 97, dispone che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”. Poi perché “se non si seleziona mediante concorso, si può immaginare la frustrazione di chi ha faticato per vincerne uno e che si vede affiancato da un vicino che arriva senza sforzo”. E infine per il basso livello di istruzione del nostro Paese: penultimo nell’area Ocse per quota di persone tra i 25 e i 39 anni con qualificazione terziaria (28 per cento, contro una media Ocse del 44 per cento); primo invece per quota di popolazione tra 15 e 24 anni che non lavora, non studia, non si addestra, i Neet; e largamente sotto la media Ocse per capacità di lettura, in matematica e in scienze, con “Circa la metà della popolazione (che) appartiene alla categoria degli analfabeti, degli analfabeti di ritorno o degli analfabeti funzionali”. Per tutte queste ragioni, conclude Cassese, “non ci possiamo permettere di assumere insegnanti senza un criterio e senza una autentica selezione comparativa”.

Aggiungeremmo un altro buon motivo a favore dell’effettuazione dei concorsi: chi lavora nella scuola e ha un minimo di esperienza, per aver partecipato personalmente a uno o più di essi, sa benissimo che la preparazione al concorso richiede un impegno notevole, stimola e arricchisce comunque le risorse culturali e gli interessi dei candidati, costringe alla riflessione e all’approfondimento. Quindi concordiamo con l’incoraggiamento finale rivolto da Cassese alla ministra Azzolina: “non ceda”. E acceleri sul concorso ordinario, che deve essere la vera porta di accesso alle aule scolastiche italiane.