La crescente importanza dell’orientamento nelle attività scolastiche

Dossier Direzione Generale per lo Studente
L’orientamento sta acquisendo sempre maggiore importanza in tutti i segmenti dell’istruzione e non solo nella scuola secondaria di secondo grado. Questo dossier ricostruisce brevemente l’evoluzione in atto e riporta alcune delle azioni promosse dal MIUR e dalla Direzione dello Studente in particolare su questo tema.
Il dossier è stato curato dal Gruppo di lavoro incaricato della predisposizione di focus tematici sulle materie di competenza della DG per lo studente, l’integrazione e la partecipazione: Andrea Bordoni, Alvaro Fuk, Marzia Calvano, Maria C. Cipullo, Alessandro Vienna, Guido Dell’Acqua, Vinicio Ongini, Massimo La Rocca.

Il tema dell’orientamento scolastico sta continuamente crescendo d’importanza, passando da attività secondaria e limitata a tema primario dell’attività scolastica.  Se ne è riconosciuta l’importanza non solo nel favorire una scelta consapevole del percorso scolastico e professionale di ciascuno, ma anche come arma importante per contrastare il fenomeno della dispersione che, in Italia, raggiunge ancora valori superiori alle medie europee.

Per ricostruire anche in maniera sommaria l’evolversi del tema dell’orientamento nella storia recente della scuola italiana, occorre  rammentare la Direttiva Ministeriale n.487 del 1997, la quale, già allora, aveva previsto che le attività di orientamento costituissero “parte integrante […] del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell’infanzia”.

Con la Circolare Ministeriale n.43/2009,  sono state emanate le prime Linee guida nazionali per l’orientamento permanente.

Successivamente, il MIUR ha emanato, con la nota prot.n.4232 del 19 febbraio 2014, le nuove Linee guida nazionali per l’orientamento permanente.

Nel documento troviamo la significativa affermazione: «ancor di più che in passato, oggi l’orientamento assume una funzione centrale e strategica nella lotta alla dispersione e all’insuccesso formativo degli studenti…». Vi si ribadisce inoltre l’importanza del concetto di orientamento formativo, già presente nell’edizione del 2009,.

Inoltre si considera l’orientamento come un processo accessibile a tutti in maniera permanente, che accompagna la persona lungo tutto l’arco della vita (“lifelong/lifewide learning” nelle indicazioni europee).

Non più, quindi, un orientamento solamente informativo e limitato ad alcuni momenti di transizione del percorso scolastico, ma un orientamento formativo che “investe il processo globale di crescita della persona, si estende lungo tutto l’arco della vita, […] ed è trasversale a tutte le discipline”.

Il documento ribadisce la necessità di un sistema integrato di orientamento “centrato sulla persona e sui suoi bisogni, finalizzato a prevenire e contrastare il disagio giovanile e favorire la piena occupabilità, l’inclusione sociale e il dialogo interculturale”.

Nel documento si distinguono:

–           l’orientamento formativo o didattica orientativa, che si realizza nell’acquisizione dei saperi di base, delle abilità logiche, cognitive, metodologiche e delle competenze trasversali di cittadinanza, che permettono al giovane di essere nelle condizioni di comprendere meglio se stesso, i propri bisogni ed attitudini e la realtà che lo circonda;

–           l’attività di accompagnamento e di consulenza formativa per il sostegno alla progettualità individuale, che si concretizza in azioni rivolte all’informazione circa gli sbocchi professionali, i percorsi formativi successivi, il mercato del lavoro ed a trovare un punto di mediazione con le attitudini e le aspirazioni personali.

Non solo consapevolezza nella scelta del percorso scolastico quindi, ma anche competenze trasversali da spendere in un mondo del lavoro che richiede frequenti cambiamenti e capacità di adattarsi a nuove condizioni. Il rapporto della scuola con quello del lavoro viene messo ancora più in evidenza con l’introduzione dell’ASL, l’alternanza scuola-lavoro, in cui gli studenti si cimentano in stages ed esperienze nei più vari ambiti lavorativi, dove le competenze, soprattutto quelle trasversali, trovano l’ambiente ideale per svilupparsi e maturare.

I riferimenti si rifanno soprattutto agli obbiettivi e alle strategie di Lisbona 2010 e a quelle di “Europa 2020”. Pertanto, lo sviluppo di quelle competenze trasversali individuate nei documenti europei (Raccomandazione del 2006), nonché le considerazioni contenute nella Risoluzione del Consiglio del 21 novembre 2008, dove l’orientamento viene definito come “un insieme di attività che mette in grado i cittadini di ogni età di identificare le proprie capacità, competenze, interessi, per prendere decisioni in materia di istruzione, formazione, occupazione, al fine di gestire i propri percorsi personali di vita”.

Nelle Linee guida, inoltre, si rappresenta la necessita di realizzare un efficace sistema integrato di orientamento, interessando tutti gli attori che, a vario titolo, risultano coinvolti nel processo: le istituzioni del territorio, le università, i centri di formazione professionale, il mondo del lavoro, l’associazionismo e il terzo settore, ma anche e soprattutto, la famiglia.

Obiettivi così complessi ed articolati richiedono un’adeguata azione di formazione da destinare al personale docente, nonché l’individuazione presso le scuole o reti di scuole di una figura di sistema particolarmente specializzata (“tutor per l’orientamento”), in grado di garantire il coordinamento e l’organizzazione delle attività degli istituti e le relazioni con gli altri soggetti coinvolti nelle attività di orientamento.

Anche nella Legge n.107/2015  (la “Buona Scuola”), si trovano, in continuità con quanto previsto dalle Linee guida del 2014, disposizioni riferite alle attività di orientamento, anche per prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, al fine di garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione dei cittadini. Tra le iniziative previste per il potenziamento dell’offerta formativa è infatti compresa la definizione di un sistema di orientamento dell’istituto (art.1, comma 7, lettera S).

L’importanza di monitorare le attività di orientamento delle scuole, per il  miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti, risulta evidente dallo spazio dedicato a tali attività nel rapporto  di autovalutazione delle scuole stesse, il RAV, nel quale, infatti, è stata inserita l’area “Continuità e orientamento” tra le quattro aree di processo prese come riferimento per la valutazione delle Pratiche educative e didattiche delle scuole.

Con Decreto del 2.11.2016 del Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione è stato inoltre costituito un Gruppo di lavoro con il compito di “approfondire la tematica relativa all’orientamento degli studenti verso scelte di studi, lavorative, professionali e di vita sempre più consapevoli e raccogliere le esperienze più significative che si realizzano sul territorio nazionale”.

Per quanto riguarda le principali e più recenti azioni di sostegno alle istituzioni scolastiche in tema di orientamento, gestite a livello di Amministrazione Centrale vale la pena di accennare:

  • Il Piano Nazionale di Orientamento: un piano di interventi nazionale per l’orientamento scolastico, attraverso il quale nel 2013 è stato lanciato il progetto Io scelgo io studio, che ha visto la realizzazione di un apposito sito internet dedicato, aperto ai contributi delle scuole (http://www.istruzione.it/orientamento/).
  • Il PON per la scuola (2014 – 2020): nell’ambito del piano in 10 azioni lanciato dalla Ministra Fedeli nei primi mesi di quest’anno, finanziato con i fondi strutturali europei per la scuola, sono stati stanziati 40 milioni di euro per interventi rivolti alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di I grado e II grado, con l’obiettivo di rafforzare le competenze a sostegno della capacità di scelta e gestione dei propri percorsi formativi e di vita, sin dalla prima adolescenza.
  • Il progetto “Mobilità sociale e merito”: tra le attività svolte con le università, merita un cenno particolare la collaborazione del MIUR con la Scuola Superiore di Sant’Anna, che si è concretizzata, nel 2013, con la stipula di un apposito protocollo d’intesa la cui attuazione ha portato alla realizzazione del Progetto sperimentale “Mobilità sociale e merito”.

Il progetto si è svolto tra il 2014 e il 2016 ed ha coinvolto 26 istituti secondari di secondo grado (licei, istituti tecnici ed istituti professionali) di cinque regioni che presentano importanti indici di dispersione scolastica, ossia Campania, Lombardia, Sardegna, Sicilia e Toscana.

Il progetto ha avuto l’obiettivo di valorizzare giovani meritevoli, provenienti da famiglie a bassa scolarizzazione parentale, per orientarli e sostenerli verso una scelta universitaria consapevole e pienamente adeguata alle potenzialità e alle attitudini individuali, con l’intento di favorire le pari opportunità educative e un più facile accesso alla mobilità sociale.

  • Da segnalare infine, il sostegno alla progettualità delle singole scuole sul tema in questione che passa attraverso i cosiddetti fondi ex-440 che ogni anno, in particolare attraverso la DGSIP , Direzione Generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione, vengono messi a disposizione tramite bandi, visionabili sul sito monitor440scuola.it . Nell’a.s. 2016/17, sono stati previsti 2.328.222 euro (DM n.663/2016) da destinare al finanziamento di progetti sull’orientamento proposti dalle istituzioni scolastiche.
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