ITS/1. Riforma in arrivo
La riforma degli ITS è certamente uno dei punti di forza del capitolo “istruzione” del PNRR perché è finalizzata a riempire un vuoto storico dell’offerta formativa italiana a livello post-secondario, quello costituito dalla mancanza di una organica e forte alternativa al modello accademico universitario sul versante della formazione tecnica superiore. Un tema sul quale Tuttoscuola è intervenuta più volte nel tempo. Ora tale vuoto sta per essere riempito, almeno nelle premesse ordinamentali e finanziarie, dalla proposta di legge AS 2333 (“Istituzione del sistema terziario di istruzione tecnica superiore”), all’esame del Senato dopo la sua approvazione da parte della Camera dei deputati a grandissima maggioranza (409 voti su 420 presenti e 416 votanti), avvenuta lo scorso 20 luglio 2021.
Quel testo aveva fra l’altro accolto buona parte delle richieste fatte pervenire dalle Regioni, chiamate a un ruolo di primo piano nella gestione della riforma, e per questo esse avevano espresso soddisfazione.
Ora però le modifiche prospettate nel dibattito sulla legge in corso al Senato vengono viste con preoccupazione dalle stesse Regioni, che vedono con sospetto alcuni degli emendamenti proposti. Tra questi il riferimento a “qualsiasi istituto di istruzione secondaria superiore”, purché coerente con l’area tecnologica di riferimento dell’ITS anziché ai soli istituti appartenenti all’ordine tecnico o professionale, come prevedeva il testo della Camera; la riduzione da 5 a 3 degli anni di esperienza richiesti ai soggetti provenienti dal mondo del lavoro, con il vincolo che rappresentino almeno il 50% dei formatori; la previsione per cui almeno il 60% del monte ore complessivo dell’attività formativa venga svolto dai docenti provenienti dal mondo del lavoro.
Inoltre la realizzazione della riforma nella nuova configurazione aumenterebbe a 18 il numero dei decreti ministeriali attuativi, coinvolgendo anche Ministeri con competenze specifiche inferiori a quelle delle Regioni in materia di formazione professionale. Il timore è che queste modifiche finiscano per abbassare il livello qualitativo complessivo dei nuovi ITS.
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