ITS/2. I dubbi delle Regioni

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Nella interlocuzione intervenuta con il relatore sulla legge, il senatore Riccardo Nencini, che è anche presidente della VII Commissione del Senato, le Regioni hanno ribadito le loro richieste, che oltre ai temi già indicati riguardano anche la lesione delle loro competenze sui seguenti punti:

  • il principio di 1 ITS per Provincia, salvo intesa con la singola Regione;
  • il sistema di accreditamento nazionale, che può essere sostitutivo di quelli regionali solo nelle Regioni che non abbiano provveduto a disciplinarlo;
  • il Comitato nazionale ITS Academy, che non garantisce il coinvolgimento delle Regioni nella stesura dei decreti attuativi, come invece può fare il tavolo tecnico paritetico Stato – Regioni che le stesse Regioni avevano chiesto nella stesura della Legge alla Camera;
  • la previsione di quote di riserva nel riparto del Fondo ITS sia per il Fondo ordinario che per la parte premiale, che secondo le Regioni, soggetti co-finanziatori del sistema, devono essere oggetto di confronto.

Sulla questione Elena Donazzan, Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro del Veneto, ha rilasciato a Tuttoscuola la seguente dichiarazione:

Nei primi dieci anni del loro start-up, le Regioni hanno sostenuto gli ITS non solo finanziariamente. Soprattutto ne abbiamo favorito la massima integrazione con il sistema dell’Istruzione e Formazione Professionale di nostra competenza esclusiva, intendendo gli ITS come il suo naturale segmento terziario. In questa sistematizzazione, abbiamo anche integrato il tema fondamentale dell’orientamento con la programmazione dell’offerta formativa, in un dialogo costante e proficuo con il mondo del lavoro. La responsabilità di governo del territorio che ci è attribuita dalla Costituzione, nel progetto di crescita degli ITS ci ha visto coinvolgere anche le associazioni di categoria, le imprese più significative per la migliore integrazione tra scuola, lavoro e territori. Siamo quindi interessati che questa legge ordinamentale di riordino degli ITS non sia l’occasione sprecata per dotare il Paese di una filiera formativa supertecnologica che consenta al Paese di competere con quelli che ci contendono il primato nei settori manifatturieri. Nell’immediato, non possiamo nemmeno perdere tutte le occasioni che il PNRR ci offre e di cui questa legge costituisce una delle riforme previste dallo stesso Piano”.

La discussione della legge in Aula è ormai imminente. Non resta che auspicare che il dialogo tra le Regioni e le forze politiche rappresentate in Parlamento porti rapidamente al superamento delle divergenze, consentendo il varo di una legge per molti aspetti decisiva per il futuro del sistema economico e produttivo italiano e per quello di molti giovani.

Per approfondimenti:

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