Concorso sostegno: 7 posti su 10 rimarranno vacanti per pesante selezione allo scritto

Il rosso profondo dei posti di sostegno del concorso di primaria e infanzia nelle regioni settentrionali (4.843 vacanti dei 5.741 a bando in tutte le regioni, l’84%) costituisce un grave vulnus per la riuscita del concorso e pregiudica la stabilità del settore in quelle regioni.

A livello nazionale sette posti di sostegno ogni dieci non saranno coperti da vincitori.

È un flop simile a quello del concorso STEM di quest’estate, anche se le cause possono essere diverse.

C’è, innanzitutto, lo squilibrio territoriale delle domande presentate: tanti posti con pochi candidati al nord e pochi posti con tanti candidati nelle restanti aree del Paese.

Quanti candidati che hanno presentato domanda nelle regioni centrali e meridionali si sono pentiti di non avere richiesto di partecipare al nord dove c’era meno concorrenza e buona probabilità di riuscita?

Ritorna ora valida la nostra proposta di una graduatoria nazionale (a iscrizione volontaria) dei candidati ‘idonei’ di altre regioni per coprire i posti vacanti del nord; candidati ‘idonei’ che sono usciti dalla medesima prova e sono stati valutati all’orale con la stessa griglia di valutazione.

Certo andrebbe ben valutato di non creare un principio applicabile indiscriminatamente ad altre casistiche, prevedendone un’applicazione circoscritta e mirata. Ma oltre a contenere in qualche modo lo scoperto dei tanti posti vacanti, servirebbe anche mettere a profitto la spesa sostenuta dall’Amministrazione scolastica per l’organizzazione del concorso. Insomma una proposta pragmatica e di buon senso, nell’interesse dello Stato e quindi di tutti. Se ne terrà stavolta conto?

C’è un’altra questione che riguarda la selezione dei candidati delle regioni settentrionali. Nelle sei regioni del Nord i candidati iscritti erano stati complessivamente 2.583, ma sono stati soltanto 902 quelli che hanno superato lo scritto, pari al 35%. Pur tenendo conto dei candidati che per varie ragioni non si sono presentati a sostenere la prova scritta, stupisce comunque la pesante selezione di tanti che, raggiungendo il minimo di 70 punti su 100, avrebbero avuto la certezza di vincere il concorso.

Quali le cause di tanta selezione?

Varrebbe la pena approfondire. Per il momento si possono soltanto avanzare alcune ipotesi.

I quesiti erano troppo difficili? Sarebbe stato opportuno abbassare l’asticella?

I candidati sono arrivati impreparati alla prova, presi alla sprovvista per la repentinità di pubblicazione del bando, dopo un “parto” travagliato e lunghissimo?

La preparazione fornita dai corsi TFA non era adeguata alla prova?

I quesiti della prova scritta erano adeguati a tale formazione?

L’analisi e la comprensione dei fattori che hanno inciso su questo deludente risultato potrebbero essere utili per il futuro.

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