Invalsi 2019: concluse con successo le prove per le V superiori, oggi via in terza media

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Il 30 marzo 2019 si sono concluse le prove Invalsi 2019 per gli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado. La partecipazione degli studenti a livello nazionale è stata del 95,9%, una percentuale che significa, in pratica, la totalità degli interessati, ben distribuita sull’intero territorio nazionale, e un successo anche organizzativo, per nulla scontato, per l’Invalsi.  Oggi, 1° aprile, via alle prove Invalsi 2019 per gli studenti di terza media. Per l’ultimo anno delle medie i test Invalsi 2019 si svolgeranno fino al prossimo 18 aprile.

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Per le quinte superiori si è trattato di una novità assoluta, che ha riguardato 474.203 studenti, suddivisi in 25.800 classi, che hanno sostenuto nel mese di marzo le quattro prove previste di Italiano, Matematica e Inglese (Reading e Listening), per un totale di 1.819.582 prove, tutte realizzate al computer.

Un comunicato dell’Invalsi sottolinea che “Nel periodo di svolgimento non si sono verificate particolari difficoltà neanche dal punto di vista tecnico, a conferma che le scuole hanno predisposto le attività e le attrezzature informatiche connesse alle rilevazioni con dedizione e accuratezza e che gli studenti sono stati messi nelle condizioni migliori per svolgere con serenità le quattro prove previste”. Un esplicito apprezzamento per le scuole e gli insegnanti.

L’elevato tasso di presenza ai test dimostra comunque che gli stessi studenti li hanno considerati come un impegno importante e da non sottovalutare, malgrado la decisione del Miur di non considerare la partecipazione alle prove come un requisito d’ammissione obbligatorio per la maturità di quest’anno (lo sarà forse nel 2020).

La macchina dell’Invalsi, collaudata ormai da anni di prove assegnate ai vari livelli di scuola, comprese quelle computer based (dal 1° al 18 aprile 2019 toccherà agli studenti di terza media), dimostra di aver raggiunto un notevole grado di efficienza e di affidabilità, malgrado la storica e persistente carenza di risorse, e riceve riconoscimenti a livello internazionale, come quello che le è pervenuto da Andreas Schleicher, responsabile del settore Education dell’Ocse. Ma anche rinnovate accuse di subordinazione a logiche di tipo economicistico provenienti dal mondo della scuola. Ai riconoscimenti e alle accuse dedichiamo le due successive notizie.