Prove Invalsi. Perplessità che vengono da lontano: servono davvero per le seconde classi?

Non fa certamente notizia lo sciopero contro le prove Invalsi, proclamato, come avviene ritualmente ogni anno, dai Cobas e dai Comitati di base. E non fa nemmeno notizia la percentuale di adesione, se pur provvisoria, dello zero virgola. Quella dei Cobas sembra quasi l’azione dell’ultimo giapponese che continua in solitaria la sua guerra ideologica contro il sistema. Tuttavia, ci sia consentita una riflessione – si potrebbe chiamarla una perplessità che viene da lontano – riferita, in particolare, alle prove Invalsi che riguardano gli alunni delle classi del secondo anno della scuola primaria che, in gergo tecnico, vengono individuate come grado 2.

Non ci riferiamo ai contenuti della prova Invalsi di italiano e di matematica (la prova di inglese non è prevista per il grado 2), bensì ai destinatari della prova, alunni di sette anni, molti dei quali sono ancora in una fase evolutiva che non consente una maturazione adeguata alla comprensione dei testi. Sono presenti anche alunni stranieri che non possiedono adeguatamente le conoscenze linguistiche necessarie per comprendere completamente e con immediatezza tutte le indicazioni per rispondere ai quesiti somministrati.

Inoltre, nel secondo anno della scuola primaria gli alunni con eventuali disturbi specifici di apprendimento (DSA) normalmente non sono ancora stati individuati o certificati; conseguentemente, le misure compensative appositamente previste per alunni con questi disturbi non possono essere applicate, determinando una situazione generale di uniformità di condizioni non corrispondenti alla reale situazione di tutti gli alunni della classe.

Per i bambini delle seconde classi, posti per la prima volta di fronte a un compito inusuale per regole e tempi rigidamente fissati, c’è anche la difficoltà di trovarsi spesso davanti ad un insegnante di altra classe, come suggerito dal manuale di somministrazione.

Ci si può porre alcune domande:

  • quale attendibilità oggettiva possono avere le rilevazioni degli apprendimenti del grado 2?
  • ma, soprattutto, servono davvero alla valutazione del sistema?
  • le risultanze finali per quelle classi aiutano davvero le scuole e gli insegnanti coinvolti a migliorare l’insegnamento?

In definitiva ci chiediamo, senza pretesa di avere una risposta definitiva e nel rispetto delle motivazioni che hanno portato a prevederla: serve davvero la prova Invalsi nel secondo anno della scuola primaria?

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