Indicatori-chiave sull’istruzione. Strano silenzio del MI sui dati UE

Negli scorsi anni, poche ore dopo la pubblicazione annuale dei dati relativi agli Indicatori chiave dell’istruzione in Europa (Education and training monitor), il ministero dell’istruzione forniva prontamente l’informativa in merito, accompagnata da sobrie valutazioni soprattutto con riferimento agli esiti delle competenze dei nostri quindicenni in lettura, matematica e scienze.

Quest’anno, inspiegabilmente, il MI, nonostante disponesse dei nuovi dati europei già prima del 12 novembre (termine dell’embargo), non è uscito immediatamente con alcun comunicato e non lo ha fatto nemmeno nei dieci giorni successivi, almeno fino ad oggi.

Eppure quei dati non sono di poco conto, perché forniscono un quadro valutativo d’insieme del nostro sistema d’istruzione anche in riferimento al contesto europeo e al confronto con gli altri 26 Paesi dell’Unione (non c’è più il Regno Unito dopo la sua uscita dall’Europa).

È pur vero che in questo momento l’emergenza pandemica mette in secondo piano gli altri problemi, ma sorprende l’indifferenza verso questa importante questione che, per i tanti risvolti negativi del Rapporto, chiama in causa la politica scolastica dell’Italia degli ultimi dieci-quindici anni.

In effetti i dati del Rapporto, riferiti al 2019 quando Lucia Azzolina non era a capo del Ministero, sono il risultato di scelte generali che vengono da lontano e non sono certamente da ascrivere al ministro attuale e, forse, anche nemmeno all’attuale Governo.

Il successo o l’insuccesso delle politiche sull’istruzione si vedono a distanza di anni, tuttavia chi ha responsabilità politiche oggi, anche se non ha concorso a quelle decisioni pregresse, ha il compito di invertire la rotta e guidare il cambiamento, se, come purtroppo questo Rapporto evidenzia, le situazioni strutturali emerse risultano negative.

Tuttoscuola, accedendo direttamente al sito della Commissione Europea, nei giorni scorsi ha già anticipato e commentato alcuni esiti. Altre presentazioni commentate seguono nelle successive notizie, dalle quali emerge la pesante situazione del nostro sistema d’istruzione, di cui tutti devono prendere coscienza.