Gli studenti contro le 24 ore. Perché?

La settimana scorsa a Roma e in altre città gli studenti sono scesi in piazza a fianco dei loro professori che protestavano contro la proposta di aumento dell’orario di insegnamento.

In aggiunta ai soliti slogan per la difesa della scuola pubblica e contro i tagli alla scuola, gli studenti hanno gridato la loro protesta contro l’aumento dell’orario degli insegnanti.

E qui – se permettete – casca l’asino.

Mentre è ben comprensibile la posizione dei professori ostili ad un aumento dell’orario di servizio, quali svantaggi avrebbero potuto esserci per gli studenti nel caso di un aumento dell’orario dei professori?

Nel progetto di Profumo le ore in più sarebbero servite per ridurre l’utilizzo di docenti precari, assegnando gli spezzoni di cattedra a docenti di ruolo titolari nella stessa scuola. Di anno in anno, in quel modo, vi sarebbe stata la conferma di quegli insegnanti di ruolo, salvaguardando continuità didattica e stabilità. A vantaggio degli studenti.

E, se oltre alla copertura degli spezzoni di cattedra, vi fosse stato utilizzo dell’orario maggiorato per supplenze, per attività di recupero e per progetti, gli studenti non avrebbero dovuto lamentarsi.

Ma agli studenti, o meglio, a quella parte di studenti che alla prima autunnale caduta di foglie scende in piazza, tutto questo sembra non interessi molto.

Sembra interessare piuttosto la valenza politica della protesta, indirizzata, da una parte, verso il governo Monti e, dall’altra, verso il ddl 953, sostenuto dai partiti dell’attuale maggioranza, approvato in sede legislativa dalla VII Commissione Cultura della Camera.