GAE infanzia e primaria, Fedeli: ‘Dobbiamo offrire garanzie alle famiglie su preparazione docenti’

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A oggi i percorsi di formazione degli insegnanti che entrano nella scuola dell’infanzia e primaria sono molto diversificati. Il percorso “ordinario” prevede una laurea quinquennale specifica con valore abilitante, inclusiva di 600 ore di tirocinio, verifica delle competenze digitali e di lingua straniera, formazione per accoglienza disabili.

I laureati devono comunque superare un concorso per accedere al ruolo.

Il secondo canale di accesso al ruolo (50% dei posti da assegnare) è costituito invece dal “contenitore” delle GAE che nel tempo ha accolto persone con profili variegati. Ci sono insegnanti laureati e docenti con diploma ma con una lunga esperienza sul campo come supplenti annuali o fino al termine delle lezioni, che hanno curato l’aggiornamento professionale. Ma ci sono anche – e non sono certamente pochi – docenti che possiedono soltanto il diploma (conseguito in molti casi vent’anni fa e più) e hanno avuto poco a che fare con la scuola in questi anni.

Verosimilmente è da ritenere che in tanti non abbiano mai insegnato e non abbiano mai partecipato o superato un concorso. Attraverso sentenze del Tar è stato loro consentito l’accesso alle GAE in età anagrafica talvolta prossima alla pensione.

Proprio su questo punto è intervenuta la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli in un’intervista a Tuttoscuola: “Se prevediamo che chi entra per concorso abbia un certo di tipo di caratteristiche e di preparazione, non possiamo pensare che dal canale parallelo (le GAE, ndr) possano essere assunti docenti che sono fuori dalle aule da troppo tempo senza garantire che la loro preparazione e la loro capacità di stare in cattedra possano essere ulteriormente verificate. Su questo dovremo riflettere molto attentamente nei prossimi mesi per trovare le giuste soluzioni che tutelino i diritti di chi lavora, rispettino le sentenze, ma garantiscano la qualità del sistema”.Fedeli ha quindi fatto intendere l’arrivo di garanzie sulla preparazione degli insegnanti, riferendosi a chi accede dalle Gae, che deve essere “verificata”. Se così fosse, si tratterebbe di una novità clamorosa.

Con i decreti attuativi delle Buona Scuola abbiamo previsto nuove regole per l’accesso alle cattedre della secondaria (…). Vogliamo che in cattedra si vada preparati. Vogliamo la conferma e la certezza di questa preparazione. Per Infanzia e Primaria, nel rispetto delle sentenze che si sono avute fino ad oggi e che vanno naturalmente attuate – ha dichiarato ancora Fedeli – in attesa della decisione definitiva del Consiglio di Stato, penso che dobbiamo offrire la stessa garanzia alle alunne e agli alunni e alle famiglie”.

C’è da augurarsi che già all’indomani della sentenza, se sarà favorevole ai docenti, vengano messe in campo iniziative adeguate per assicurare una condizione professionale per tutti i docenti corrispondente alle legittime aspettative delle famiglie. Del resto la ministra ha sottolineato nell’intervista che vanno messe “al centro le esigenze di chi a scuola ci va per apprendere. La scuola è per loro”.

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