DADA…umpa. La scuola… avanti

Nei quattro anni dall’inizio della sperimentazione del progetto DADA (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento), nato nei Licei “A. Labriola” e “J. F. Kennedy” di Roma, oltre 50 scuole in tutta Italia, di ogni ordine e grado si sono avvicinate spontaneamente all’esperienza innovativa, ed oltre 20 scuole hanno avviato il progetto. Una sperimentazione “dal basso” tra le più interessanti e ricche di prospettive.

Ora il progetto entra in una nuova fase, di cui si parlerà nel convegno “Dal DADA al DADA…umpa, comunità educanti in movimento”, mercoledì 15 novembre dalle 10 alle 13 nella sede “Tavani Arquati” del Liceo ” J. F. Kennedy” di Roma. In quale direzione va lo spiegano gli organizzatori, i dirigenti scolastici Lidia Cangemi e Ottavio Fattorini, tra i più dinamici e stimati a Roma e non solo: “Se il modello di riferimento è chiaramente di matrice anglosassone, dove è prassi che siano gli allievi a raggiungere i docenti nelle loro classi/laboratorio (e dove gli istituti sono già pensati – architettonicamente parlando – a questi spostamenti), è qui a Roma che si sta compiendo un ulteriore passo avanti. Verso il DADAumpa. È un gioco di parole, certo, ma significa che al metodo va aggiunta un’atmosfera, un’armonia, una consapevolezza. La scuola intera deve saper ballare il suo Dadaumpa e tutti hanno un ruolo: dal dirigente ai docenti, dagli studenti ai genitori e al personale Ata”.

L’esperimento è finito sotto le lenti del mondo accademico. Un gruppo di docenti di Pedagogia della Sapienza, Università di Roma, sta svolgendo il monitoraggio del Progetto DADA nei due licei capofila. “Monitorare un progetto significa anche trasformare una buona idea in metodo – sostengono Asquini, Benvenuto e Cesareni – verificando se e quanti vantaggi l’idea innovativa può portare alla preparazione degli studenti e, in prospettiva, al sistema scolastico”.

La trasformazione degli ambienti di apprendimento e della struttura organizzativa conduce alla trasformazione in senso costruttivista del rapporto insegnamento-apprendimento, “ma bisogna verificare con attenzione se e quanto cambiano le didattiche, se e quanto è cambiato il modo di fare «lezione» e come viene utilizzato il tempo scolastico da parte dei docenti. Per gli studenti, invece, la verifica mira a rilevare la percezione del cambiamento, anche attraverso le modifiche nell’atteggiamento verso l’esperienza scolastica, nella motivazione allo studio e nelle dinamiche collaborative”. Questo tipo di cooperazione interistituzionale fra scuola e università rappresenta un buon esempio di Ricerca-Formazione, poiché permette agli insegnanti di sperimentare l’innovazione con criteri sperimentali e verificabili, e ai ricercatori universitari di attuare la ricerca in un contesto reale, considerando le molte variabili in gioco nella sperimentazione.

A testimoniare l’attenzione richiamata dal progetto tra gli stakeholders del mondo della scuola, è annunciato un parterre di autorità e di protagonisti del mondo della scuola. Dalla ministra Fedeli al direttore regionale De Angelis, dai parlamentari Santerini, Malpezzi e Centemero all’assessora alla Scuola del Comune di Roma Laura Baldassarre. Ma anche dirigenti scolastici, docenti ed esperti come Anna Paola Tantucci (Presidente Italia EIP) e Francesco Iadecola (Ceo A-Sapiens). Sarà presente anche Tuttoscuola. Coordinerà il dibattito Luisa Arezzo, giornalista di ScuolediRoma.it. Per Indire, in rappresentanza del presidente Biondi, saranno presenti le ricercatrici Letizia Cinganotto e Patrizia Garista.

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