Educazione civica/2. Quale modello di democrazia?

Al centro del seminario di Scuola democratica, a partire dall’introduzione del suo direttore Luciano Benadusi, è stata la ricerca di un modello interpretativo dell’EC capace di svilupparne la funzione di educazione all’esercizio della cittadinanza, la funzione cioè di “alfabetizzazione politica”.

Si tratta di una mission costitutiva della attuale identità della rivista, che al momento dell’avvio della sua seconda serie (2010; la prima, uscita dal 1982 al 2001, era più centrata sull’analisi delle politiche scolastiche di quegli anni) ha fatto della riflessione sul ruolo dell’educazione nella costruzione della società democratica il suo principale oggetto di studio, tanto da scegliere un sottotitolo di ispirazione chiaramente deweyana: learning for democracy (Democracy and Educationè il titolo del celebre libro del filosofo e pedagogista americano, pubblicato nel 1916). 

Ma qual è il modello di “democrazia” al quale fa riferimento la rivista, sulle orme di Dewey? L’attenzione costantemente rivolta a tematiche come quelle della disuguaglianza, dell’equità, della libertà (dai pregiudizi, dalle fake news, dall’ignoranza), del merito legato alle capabilities individuali e non a logiche di tipo competitivo, della solidarietà, fa chiaramente intendere che l’orizzonte di riferimento della rivista – lo stesso a cui si ispira peraltro anche Tuttoscuola – è quello della democrazia liberale radicata nella tradizione culturale del mondo cosiddetto “occidentale”, i cui ingredienti sono la società aperta, il pluralismo, la libertà di pensiero e di parola, il bilanciamento, il controllo e la trasparenza dei poteri.

Il corretto funzionamento di questo modello di (liberal)democrazia è strettamente legato ai valori e al tipo di formazione riservato alle nuove generazioni: è già nella scuola che vengono poste le basi della società (liberal)democratica. Da come si insegna e apprende (con una didattica finalizzata al pensiero critico; valorizzando gli individui senza selezionarli; rispettando i diversi tempi e stili di apprendimento; con classi aperte e cooperative learning anziché chiuse e con lezioni frontali ecc.) dipende l’interiorizzazione dei valori il cui rispetto consente il buon funzionamento della società democratica nella sua accezione liberale (non liberista) e, nella sua variante più sensibile al tema dell’equità, liberalsocialista. (O.N.)

Per approfondimenti:

https://www.tuttoscuola.com/equita-merito-e-giustizia-nella-scuola/

https://www.tuttoscuola.com/la-scuola-che-sogniamo-e-dellapprendimento-collaborativo-diventare-gruppo-costruire-comunita/

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