Il potere delle chiavi d’accesso 

Il fatto dei quattro bidelli del modenese che con il loro sciopero hanno impedito a venti docenti di entrare a scuola, costringendo anche 160 alunni a tornarsene a casa, merita una riflessione che va oltre quel caso specifico.

Molte persone probabilmente non sanno che spesso in altri momenti e in altri territori avvengono episodi come quello accaduto una decina di giorni fa.

È il potere delle chiavi. Un potere diffuso più di quanto si pensi.

Poiché normalmente, secondo il mansionario, spetta al collaboratore scolastico (il bidello) aprire cancelli e porte di accesso alla scuola e chiuderli con le chiavi al termine delle attività, si configurerebbe probabilmente come azione antisindacale aprire porte e cancelli da parte dei docenti, qualora il collaboratore scolastico fosse in sciopero.

Ci sono scuole dove tutti i collaboratori scolastici aderiscono a qualsiasi azione di sciopero, indipendentemente dal sindacato che lo proclama, per evidenziare le loro rivendicazioni di categoria. E non aprono cancelli e portoni anche se tutti i docenti non aderiscono allo sciopero e vorrebbero svolgere regolarmente le lezioni. 

L’accordo sui servizi essenziali, sottoscritto nel dicembre 2020 tra Aran e sindacati rappresentativi prevede comunque la presenza di almeno un collaboratore scolastico anche in caso di sciopero per aprire porte e cancelli, ma la deroga eccezionale riguarda convitti, aziende agrarie, impianti particolari. Ma le scuole normali, no. I servizi e le cose, sì; gli alunni, no.

Cosa succederebbe, ad esempio, alla Camera o ai Ministeri se gli uscieri in sciopero non aprissero i portoni, lasciando fuori Deputati, ministri e direttori generali?

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