Decreto scuola è legge: pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il testo
Dopo il via libera anche dal Senato, il decreto scuola è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Pittoni (Lega): “Via libera rappresenta suicidio politico del M5S nel mondo affollato dei precari ‘storici’ della scuola”. Il voto di fiducia del Senato che oggi accompagna l’approvazione definitiva del decreto scuola apre intanto la strada ad una importante rivoluzione per assicurare la continuità didattica a favore degli alunni.
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Tutti i docenti che entreranno in ruolo prossimamente dovranno prestare servizio nella scuola assegnata per 5 anni. Soltanto dopo questo quinquennio di continuità effettiva di servizio potranno chiedere trasferimento o assegnazione ad altra scuola.
Il vincolo quinquennale degli insegnanti nella stessa istituzione scolastica avrà l’effetto di assicurare un corrispondente quinquennio continuativo della loro presenza in classe a tutto vantaggio degli alunni.
Lo prevede all’art. 1 del decreto il comma 17.1 che così recita: “A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2020/ 2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria, l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso solamente dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero”.
Le famiglie degli alunni sorridono, mentre i sindacati protestano per l’invasione di campo del Parlamento su una materia di natura contrattuale.
Una dozzina d’anni fa, di fronte ad un analogo provvedimento che prevedeva il blocco dei trasferimenti per un biennio, i sindacati si avvalsero del potere di disapplicazione e lo congelarono. Questa volta, però, non sarà possibile farlo, perché un altro comma del decreto salva-precari, il 17.2, lo impedisce; dispone infatti che “Le disposizioni di cui al comma 17.1. non sono derogabili dai contratti collettivi nazionali. Sono fatti salvi i diversi regimi previsti per il personale immesso in ruolo antecedentemente al termine di cui al comma 17.1”.
Decreto scuola, le misure previste
Oltre a a una maggiore attenzione alla continuità didattica, in arrivo nuovi concorsi per la messa in ruolo di circa 50.000 docenti della scuola secondaria e una nuova selezione per gli insegnanti di religione cattolica. Più attenzione anche alla semplificazione delle procedure di reclutamento e stabilizzazione degli Enti pubblici di ricerca. Sono alcune delle principali misure previste dalla Legge approvata oggi in Senato che ha convertito il decreto 126/2019 per la riduzione del precariato del personale scolastico e degli Enti pubblici di ricerca.
Nuovi concorsi per i docenti: quasi 50 mila assunzioni
Circa 24.000 i nuovi insegnanti che potranno salire in cattedra a partire dal prossimo anno scolastico con un concorso ordinario. Altrettante cattedre saranno a disposizione con un concorso straordinario. Il provvedimento amplia la platea degli aspiranti docenti che potranno partecipare a questa selezione straordinaria e conseguire l’abilitazione. Il bando per la scuola secondaria statale di I e di II grado è aperto agli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio (a partire dall’anno scolastico 2008/2009). Al concorso, che sarà avviato contestualmente a quello ordinario, potranno partecipare per i posti di sostegno anche i docenti che stanno svolgendo il corso di specializzazione, oltre a quelli già specializzati. È prevista la partecipazione, ai fini abilitanti, oltre che per i professori delle paritarie, anche per gli insegnanti dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP). Il servizio svolto nelle scuole statali nell’ambito dei progetti regionali di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica è considerato valido ai fini della partecipazione alla procedura straordinaria.
Dopo 16 anni viene aperto un nuovo concorso anche per i docenti di religione cattolica. Il bando darà un peso all’esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti.
I docenti che hanno già vinto un concorso, o che sono iscritti nelle Graduatorie a Esaurimento (GAE), e che attendono di essere immessi in ruolo, potranno ora chiedere di essere assunti anche in regioni diverse da quelle della propria graduatoria. Inoltre i vincitori e gli idonei del concorso bandito nel 2016, potranno iscriversi anche nelle graduatorie di merito ad esaurimento costituite in occasione del concorso straordinario del 2018. In questo modo avranno una nuova e ulteriore possibilità di essere immessi in ruolo.
Ai docenti che non è stato possibile assumere sui posti lasciati liberi dai colleghi andati in pensione per ‘quota 100’ sarà riconosciuta, subito, l’immissione in ruolo ai fini giuridici. Sceglieranno il posto con priorità rispetto alla mobilità e alle nomine a tempo indeterminato del prossimo anno scolastico.
Le graduatorie di istituto sono riaperte e affiancate da nuove graduatorie provinciali per l’attribuzione degli incarichi a tempo determinato.
Via le impronte digitali e sì al potenziamento del coding
Per assicurare la continuità didattica, anche per l’anno scolastico 2019/2020, ai diplomati magistrali destinatari di sentenze che comportano la decadenza dal ruolo, sarà garantita la permanenza in servizio sino al termine delle attività didattiche.
Viene potenziato il coding nella formazione iniziale dei docenti.
Per tutto il personale scolastico viene confermata l’esclusione dalla rilevazione biometrica delle presenze.
Pulizia scuole: internalizzato il servizio
Novità non solo per il personale docente. Vengono internalizzati i servizi di pulizia e gli altri servizi ausiliari nelle scuole di ogni ordine e grado. Per i cosiddetti ex LSU, è prevista una proroga di due mesi per consentirne la stabilizzazione. In questo modo sarà possibile organizzarsi per un miglior coordinamento tra la domanda di lavoro e i posti disponibili. Il provvedimento approvato dal Senato prevede anche una seconda fase della procedura di stabilizzazione che permetterà di recuperare i posti rimasti eventualmente disponibili consentendo di partecipare con il requisito di 5 anni di servizio.
Misure per i precari dell’università e della ricerca
Specifiche misure sono previste anche per il personale precario degli Enti pubblici di ricerca. Un riconoscimento particolare sarà dato all’esperienza maturata nei diversi ambiti della ricerca scientifica italiana. Aumenta, anche, da 6 a 9 anni la durata dell’Abilitazione Scientifica Nazionale.
“Il via libera al decreto scuola con la fiducia del Senato – ha dichiarato Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione del partito, intervenuto in dichiarazione di voto – rappresenta il suicidio politico del M5S nel mondo affollato dei precari ‘storici’ della scuola, condannati con questo provvedimento in molti casi all’emarginazione sociale avendo ormai raggiunto un’età in cui è estremamente difficile in Italia trovare occupazioni alternative e ai quali in campagna elettorale il partito di Grillo aveva fatto – al contrario – promesse mirabolanti. Ma soprattutto rappresenta la perdita definitiva di credibilità in tale settore del PD, pronto ormai ad appiattirsi su qualsiasi scelta dei grillini, pur di non ridare la parola ai cittadini. Gioirà solo il mercato dei corsi e delle pubblicazioni preparatorie ai concorsi”.
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