Dalla formazione dei DS alla sicurezza, Delfino (DiSAL): ‘Cosa chiediamo alla Ministra’

L’intervista di Tuttoscuola a Ezio Delfino, presidente DiSAL

Cambio di ministro, separazione di competenza su scuola e università e formazione dei nuovi dirigenti scolastici. E poi ancora: Maturità e sicurezza. Ezio Delfino, presidente di DiSAL, Dirigenti Scuole Autonome e Libere, ha le idee chiare su ciascuno di questi argomenti e una profonda convinzione in linea con il pensiero della neo ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: dobbiamo “riportare i ragazzi e il loro futuro al centro del sistema di Istruzione e del Paese”. Ecco cosa ha raccontato a Tuttoscuola.

È stato nominato un nuovo Ministro dell’istruzione. Come ha reagito l’Associazione che presiede?
L’individuazione di una persona che proviene dal mondo della scuola è un dato positivo. Chiediamo alla Ministra Azzolina non solo di saper interpretare competenze tecniche, ma anche di operare scelte alla luce di una visione della scuola il più possibile condivisa con i diversi suoi protagonisti e le sue realtà associate e di rappresentanza”.

Cosa pensa della separazione delle competenze su scuola e università?
“La separazione promossa dal premier Conte va interpretata come volontà di una risposta operativa alle ragioni delle dimissioni del Ministro Fioramonti. Di fronte alla crisi attuale, l’istruzione e l’università rappresentano ambiti decisivi per recuperare terreno sulla strada dello sviluppo e, per questo, necessitano oggi di essere coordinati e presidiati puntualmente e con spirito di iniziativa”.

Prevede un cambio di rotta per le politiche formative?
“La direzione da perseguire è una sola: ‘riportare i ragazzi e il loro futuro al centro del sistema di Istruzione e del Paese’ come ha dichiarato la Ministra Azzolina, ma la prospettiva programmatica che segnerà le rotte di azione sarà determinata dalle scelte scritte nella legge di Bilancio 2020 e dalla forza politica che la coalizione di Governo sarà in grado di esprimere nei prossimi mesi”.

Quali obiettivi chiari ed ambiziosi si aspetta?
“La neo Ministra è chiamata ad attuare decisive ed improrogabili azioni: l’attesa applicazione delle nuove norme del Decreto scuola; la nomina dei diversi responsabili di direzioni scolastiche ministeriali e regionali vacanti da tempo; la immediata predisposizione e la pubblicazione dei bandi di concorso per l’immissione di docenti e Ata; l’implementazione del Piano triennale di formazione dei docenti; le trattative per i rinnovi contrattuali del personale scolastico; la improrogabile semplificazione di norme che vincolano e snaturano il lavoro di presidi e di segreterie scolastiche; gli annunciati interventi in materia di edilizia scolastica e di responsabilità dei dirigenti scolastici sulla sicurezza; le politiche di salvaguardia della libertà educativa per tutte le scuole del sistema pubblico, statali e paritarie”.

Con l’avvio del corrente anno scolastico sono stati nominati circa 2000 dirigenti scolastici. Quali sono gli ingredienti che la dirigenza scolastica deve possedere nel cercare di migliorare continuamente il livello di qualità di funzionamento dell’istituzione scolastica?
“Una direzione innovativa affronta i problemi che sembrano appesantire le scuole e lo fa partendo da un positivo, da un’idealità operativa, sostenendo il tentativo di chi ha passione, le progettazioni efficaci, le occasioni formative che realizzano esperienze di conoscenza e di bene delle persone e dei contesti. Il tutto puntando quotidianamente allo scopo irrinunciabile dell’ ‘impresa scuola’: non solo trasmissione di saperi, di capacità, di competenze, ma generazione di cultura come avventura di vita e di conoscenza”.

Quale formazione mettere in campo a sostegno dei nuovi dirigenti per favorire il miglioramento della professionalità?
“È da evitare un approccio esclusivamente burocratico-formale alla funzione direttiva sostenendo, invece, il potenziamento di caratteristiche, qualità e competenze che rendano i dirigenti scolastici promotori di autentiche comunità di apprendimento. Dovranno essere sostenuti a maturare la consapevolezza che il loro campo di azione e di proposta è innanzitutto l’autonomia delle istituzioni scolastiche, concepita ed attuata sempre più come spazio di iniziativa organizzata allo scopo formativo”.

È ripartito il processo triennale che riallinea il RAV, con il PTOF ed il Piano di miglioramento. Dopo il primo triennio è possibile trarre delle conclusioni? Quali secondo lei le ricadute sul funzionamento della istituzione scolastica?
“La fase di rendicontazione è stata il momento per ripercorrere, anche in chiave critica, il percorso di miglioramento avviato nel precedente triennio. Le scuole hanno imparato a familiarizzare con modelli, dati, progettazioni e a rileggere le azioni formative avviate secondo una prospettiva di senso e di efficacia, scommettendo, in qualche misura, sul raggiungimento di obiettivi di miglioramento. Una nuova ed interessante consapevolezza che, per il triennio 2019/2022, dovrà essere accompagnata da direttive ministeriali con obiettivi semplici e chiari, mettendo a disposizione procedure e format nazionali di immediata compilazione, da interventi di formazione dei dirigenti e docenti e dalla valorizzazione di percorsi di ricerca-azione sui modelli di miglioramento avviati da singole scuole e dalle reti”.

La circolare del Miur sulla maturità 2020 porta a regime quanto previsto in materia dal decreto legislativo 62/2017. Come giudica il nuovo modello di esame di Stato di II grado?
“Introduce sfide valutative che nascono dalla necessità di integrare le esperienze di scuola-lavoro nella valutazione scolastica, di valorizzare la valutazione per competenze e di ideare nuove modalità di conduzione del colloquio finale. E pone sfide didattiche determinate dalla necessità di realizzare un approccio interdisciplinare dell’insegnamento, di rivedere la progettazione didattica di classe in relazione ai quadri di riferimento delle prove d’esame, di inserire i Percorsi per le Competenze Trasversali e Orientative nelle didattiche disciplinari e di fare i conti, nel percorso quinquennale, con gli apprendimenti richiesti dalle prove INVALSI di fine ciclo in italiano, inglese e matematica”.

È un fatto positivo l’eliminazione dal colloquio del meccanismo delle buste?
“Il problema non è il meccanismo di scelta dei contenuti, ma che esso rispetti il cambio di paradigma del  colloquio rispetto al precedente Esame di stato: dalla prevalenza data alla ‘tesina’ e a domande disciplinariste da parte dei commissari, all’impegno della commissione di predisporre una ‘traccia’ con adeguati materiali e spunti da cui partire (testi, documenti, esperienze, progetti, problemi) cui corrisponda la responsabilità del candidato di affrontare un orale più ispirato all’integrazione dei saperi e che consenta di valutare il conseguimento degli obiettivi di apprendimento propri del profilo di studio e, appunto, la ‘maturità’ nell’organizzazione delle conoscenze”.     

Come valuta la modifica legislativa che fa confluire il finanziamento  del bonus premiale dei docenti  nel Fondo di istituto?
“Il bonus è nato come strumento di meritocrazia in un contesto politico istituzionale molto diverso dall’attuale e, come dispositivo, ha perso molto della sua natura di valorizzazione del lavoro dei docenti e di stimolo al miglioramento. Far confluire le risorse premiali nel Fondo di Istituto aumenta la responsabilità dei dirigenti scolastici e delle rappresentanze sindacali, nelle fasi di contrattazione di istituto, di realizzare una condivisa ed equilibrata valorizzazione del lavoro, frutto di una riflessione sui compiti e sulla funzione dei docenti in relazione all’idea di scuola che si intende promuovere. In attesa che il MIUR, per avviare un coerente modello di premialità, promuova un sistema nazionale di valutazione dei diversi soggetti (dirigenti scolastici, docenti, Ata)”.

Sicurezza delle scuole. Molti edifici scolastici versano in situazioni di degrado. Come si può affrontare questa urgenza, avendo ben presenti l’entità dei fondi necessari e i vincoli finanziari attuali?
“I diversi governi hanno messo a disposizione per i prossimi anni forti finanziamenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, lanciando anche l’operazione trasparenza sui dati dell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica attraverso il portale del MIUR. Sono misure da sostenere e da coordinare urgentemente per individuare gli edifici che necessitano di interventi prioritari. Occorre, però, anche semplificare le modalità di accesso ai fondi per l’edilizia scolastica da parte degli Enti proprietari e le procedure da espletare tra i vari Enti territoriali e di controllo. La nuova Ministra potrebbe, inoltre, far propria la proposta dell’ex ministro Fioramonti di realizzare una cabina di regia destinata ad accompagnare le scuole e gli enti locali nel percorso della ristrutturazione degli edifici, favorendo anche lo snellimento del flusso dei dati sullo stato di fatto degli edifici scolastici”.