Azzolina, i primi nodi da sciogliere

I dossier sul tavolo del neo ministro dell’istruzione

Nomine al Ministero, concorsi, educazione civica e coding, avvio nuovo anno scolastico, tra le prime questioni che richiedono una pronta soluzione. Altrimenti la mastodontica macchina dell’istruzione rischia di incepparsi

Lucia Azzolina, 37 anni, è l’ottava donna a ricoprire l’incarico di ministro dell’istruzione e il 99.mo ministro dall’unità d’Italia a occupare il posto di comando del Palazzo della Minerva.

Prima di lei hanno diretto il dicastero di viale Trastevere a Roma altre sette donne: Franca Falcucci (dal 1982 al 1987), Maria Rosa Jervolino (1992-94), Letizia Moratti (2001-06), Mariastella Gelmini (2008-11: la più giovane ministra dell’istruzione, lo è diventata a 34 anni), Maria Chiara Carrozza (2013-14), Stefania Giannini (2014-2016), Valeria Fedeli (dal 2016-18).

E’ una delle pochissime ad essere passata, in meno di due anni, da una cattedra di scuola (storia e filosofia al liceo “Quintino Sella” di Biella) alla scrivania che fu di Benedetto Croce, Giovanni Gentile e, nel periodo repubblicano, di eminenti politici poi eletti Presidenti della Repubblica, come Antonio Segni, Pier Luigi Scalfaro e Sergio Mattarella. In questo breve lasso di tempo è stata membro della VII Commissione cultura in Parlamento e dal settembre scorso sottosegretario al Miur, facendo in tempo anche a vincere il concorso per dirigente scolastico. Una carriera fulminante, da “soldato semplice a comandante in capo” di un universo di oltre un milione di dipendenti, con oltre 40 mila sedi sul territorio.

Appena formalizzato l’incarico, il neo ministro dovrà affrontare una serie di dossier urgenti – che Tuttoscuola riepiloga – in quanto la repentina uscita di scena di Fioramonti crea notevoli problemi operativi per il funzionamento della scuola, in un delicato momento di passaggio in cui è necessario dare attuazione immediata ai provvedimenti appena emanati dal Parlamento.

Prima di tutto si dovrà occupare del ridisegno organizzativo del Ministero dell’istruzione,  senza il quale la complessa macchina amministrativa rischia di rimanere in panne.

La Azzolina dovrà scegliere e nominare ben nove nuovi direttori generali all’interno del ministero e quattro direttori negli uffici scolastici regionali, centri nevralgici dell’amministrazione sul territorio.

Queste in particolare le posizioni attualmente scoperte, per le quali i candidati hanno presentato domanda entro lo scorso venerdì 27 dicembre:

  • Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione;
  • Direzione generale per il personale scolastico;
  • Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico;
  • Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale.
  • Direzione generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio;
  • Direzione generale per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica;
  • Direzione generale per il coordinamento e la valorizzazione della ricerca e dei suoi risultati;
  • Direzione generale per le risorse umane, finanziarie e i contratti;
  • Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica;
  • Direzione generale per la progettazione organizzati va, l’innovazione dei processi dell’amministrazione e la comunicazione.

Sul territorio risultano privi di titolare gli uffici scolastici regionali (Usr) di Lazio, Liguria, Lombardia e Sicilia. Regioni pesanti, che gestiscono la frequenza di due milioni e 700 mila studenti su un totale di 7 milioni e seicentomila (circa il 35% del totale della popolazione studentesca nelle scuole statali).

Inoltre il ministro Azzolina dovrà al più presto assegnare le deleghe ai sottosegretari che il predecessore Fioramonti non aveva ancora formalizzato. Da un punto di vista normativo sarà inoltre necessario un provvedimento di “scorporo” rispetto all’Università e Ricerca da parte del Governo controfirmato dal Presidente della Repubblica.

La riorganizzazione del “nuovo” Ministero della Pubblica Istruzione (sarà recuperato l’aggettivo “Pubblica”?) non rappresenta l’unico dossier urgente di cui dovrà occuparsi la neo ministra. Concorsi, procedure per l’avvio del nuovo anno scolastico (quello in corso ha raggiunto un livello esorbitante di cattedre scoperte), nuova educazione civica saranno le prime azioni da affrontare.

Il 2020 si annuncia come uno degli anni più carichi di concorsi, per molti dei quali dovranno essere predisposti preliminarmente o integrati i regolamenti di attuazione da cui dovranno uscire i bandi dei concorsi veri e propri. Tra tutti, quelli per l’assunzione di nuovi dirigenti tecnici (gli ispettori del Ministero, ridotti al momento a poche decine) e degli insegnanti di religione cattolica (per questo l’ultimo e primo dei concorsi è di quindici anni fa).

Sempre in materia di concorsi dovrà sovrintendere a tutta la gestione dei concorsi ordinari e straordinari previsti dal recente decreto legge del salva precari per riuscire a portarli a termine il più presto possibile con le nomine di 48 mila nuovi docenti.

La legge sull’educazione civica che ha visto in Parlamento l’apporto quasi unitario delle forze di maggioranza e opposizione dovrà trovare un’attuazione funzionale e condivisa che non deluda mondo politico e scolastico.

Sullo sfondo delle azioni immediate dovrà porre attenzione a grandi problemi strutturali quali la dispersione scolastica, la formazione dei docenti, la stabilizzazione del sistema.

Dovrà concertare con altri ministri le azioni di sistema per affrontare gli effetti (che si annunciano preoccupanti per la scuola) del calo demografico, per cercare di invertire la tendenza e/o per reinvestire le risorse umane eccedenti nel potenziamento del sistema. 

Infine, ecco una carrellata di ulteriori provvedimenti in agenda:

  • Decreto per individuare i settori universitari preposti alla formazione della didattica digitale e alla programmazione informatica (coding).
  • Decreto per nuova regolamentazione sulla sicurezza (molta attesa dai dirigenti scolastici)
  • Utilizzo delle nuove risorse per la sicurezza degli edifici scolastici
  • Regolamentazione dell’impiego del bonus docenti a favore di tutto il personale
  • Stabilizzazione di una quota di posti per il sostegno pari ad oltre mille unità (un pannicello caldo per coprire gli oltre 73 mila posti in deroga, cioè assegnati ai precari)
  • Decreto per la distribuzione di 390 posti dell’organico potenziato a favore della scuola dell’infanzia.
  • Indicazioni per la formazione dei docenti per l’inclusione e la prevenzione del bullismo.
  • Modalità di incremento del piano nazionale della scuola digitale (sul quale si scontano crescenti ritardi)
  • Accordo per l’impiego di fondi di edilizia scolastica per asili nido e scuole dell’infanzia.
  • Concertazione interministeriale per la definizione degli obiettivi per il rinnovo del CCNL

Si pensi se le fosse stata affidata anche la responsabilità dei comparti dell’Università e della ricerca…