Cina. Un piano per educare alla mascolinità

La scuola cinese è assai poco conosciuta nelle sue caratteristiche. Poco si sa, per esempio, su come funzionano le scuole nelle zone interne e più povere di questo gigantesco Paese di quasi 1 miliardo e 400 milioni di abitanti. Circolano voci, non verificate, sulla selezione precoce dei migliori studenti, effettuata tramite test somministrati a bambini di 5 anni, che poi seguono percorsi di eccellenza riservati solo a loro.

Fa rumore ora la proposta ministeriale sulla “educazione alla mascolinità”, diffusa sul web, che ha raccolto sui social network un miliardo e mezzo di visioni e 238 mila commenti, come informa Guido Santevecchi in una corrispondenza pubblicata dal Corriere della Sera.

Il piano sarebbe stato predisposto “per prevenire l’effeminazione degli adolescenti maschi” e prevedrebbe azioni come aumentare i corsi di educazione fisica e la pratica degli sport di contatto, e “arruolare più insegnanti di polso che sappiano sviluppare il vigore maschile degli allievi”. 

Ma i commenti, a quanto pare, sono in prevalenza negativi, e il fatto che non siano stati censurati dal social Weibo (l’equivalente cinese di Twitter) fa ritenere che il governo potrebbe non insistere in questa iniziativa che il popolo del web giudica “sessista”.