Abrogazione sanzioni nella primaria: è ancora possibile rilasciare le note (ma non quelle punitive)

Il disegno di legge sulla nuova Educazione civica, approvato in prima lettura alla Camera nei giorni scorsi, ha previsto anche, in un emendamento dell’ultima ora, una specie di pulizia tecnica che ha disposto l’abrogazione di alcuni articoli di un regio decreto vecchio di oltre novant’anni fa. Erano vecchie disposizioni di carattere disciplinare che regolavano le pene da irrogare agli scolari della vecchia scuola elementare, pene cadute in disuso o non più applicabili.

Stranamente i commenti si sono concentrati più su queste abrogazioni che sul contenuto del testo che introduce una “nuova” materia con tanto di voto.   

Una di quelle norme, contenute nell’abrogato articolo 412, riguarda una disposizione che sembra dividere i commentatori interni ed esterni al mondo della scuola. Il dispositivo abrogato prevedeva la“censura notata sul registro con comunicazione scritta ai genitori, che la debbono restituire vistata”.

Si tratta della temuta nota che i maestri avevano l’abitudine di rilasciare sul diario degli scolari indisciplinati, chiedendo il riscontro autografo ai genitori.

I tempi sono cambiati così come è cambiato il senso della “nota”.

È infondato il timore di chi pensa di non potere rilasciare note sugli alunni per informare le famiglie sul comportamento tenuto in classe, perché quella abrogata aveva natura disciplinare e doveva essere riportata sul registro.

L’informativa alle famiglie, anche attraverso le ‘note”, ha valore educativo.

Come ha precisato anche il sottosegretario Salvatore Giuliano in una intervista al Messaggero, “la questione si sposta dal piano punitivo a quello educativo e della prevenzione”.