A settembre tutti a scuola: Conte assicura: la scuola parte

A settembre tutti a scuola/2

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rassicura gli italiani sull’impegno di riaprire le scuole a settembre. Sembra fantascienza: e invece potrebbe diventare realtà. Non tanto per il fatto di rientrare a settembre a scuola, ma per le condizioni in cui tale rientro si potrà effettuare. Il tema fondamentale sarà proprio questo: come ripartire, cosa cambiare, con quali tempi. Non ci sono precedenti a cui ispirarsi. E’ tutto da organizzare, dentro e fuori la scuola. Perché se queste saranno pronte a ripartire dovrà esserlo anche il resto.

Immaginiamo lo scenario. In primo luogo, come raggiungere l’istituto scolastico? A piedi, in bicicletta, in monopattino elettrico, in motorino, accompagnati in automobile; oppure in bus o in metro o in treno (tutti  contingentati)? Poi l’entrata a scuola: a che ora? E ai cancelli: con una corsia pedonale obbligatoria, che concretizzi il distanziamento sociale? Chi controlla che tutto sia in regola da questo punto di vista? Come raggiungere l’aula? In presenza di scale, come regolare il traffico in salita e in discesa? Come fare ingresso nell’aula? Quanti banchi ci potranno essere in aula, considerate le misure di sicurezza sanitaria? Come riuscire a far lezione a una classe intera se i posti in aula sono inferiori al numero dei suoi componenti? Come uscire dall’aula e anche dall’istituto alla fine delle lezioni senza creare  – anche involontariamente – assembramenti?

Sono solo alcune delle domande, impensabili fino a due mesi fa, che un dirigente scolastico spontaneamente si pone in vista dell’avvio dell’anno scolastico 2020/21. Domande che richiedono una risposta precisa perché, in caso contrario, la ripresa delle attività didattiche in presenza sarebbe impossibile o comunque cadrebbe nel caos.

Non sappiamo ancora come si riprenderà. Certo è che il problema investe aspetti importanti non solo organizzativi ma anche di spesa. Per quanto riguarda il capitolo “ingresso” si potrebbe pensare a uno scaglionamento degli orari (naturalmente è più facile da immaginare che da concretizzare). Non si entrerebbe più tutti alle (poniamo) otto, ma a distanza di un’ora durante tutta la mattinata e, forse, l’intera giornata. Poi il raggiungimento delle aule si potrebbe fare, ben distanziati, in fila indiana, ben attenti a che il gruppo entrante non intersechi quello uscente. Il problema si attenua laddove ci sono scale larghe a sufficienza da consentire in contemporanea lo spostamento su due file parallele (in entrata, in uscita o in senso opposto). Sicuramente già in questa fase si evidenzierà il problema dei dispositivi di protezione individuali come mascherine e guanti, nonché del sapone e  degli igienizzanti. Senza considerare la necessità di sanificare gli spazi (sia quelli comuni che le aule) ogni volta dopo il loro utilizzo.