
#senzaprof #Bruno
Caro diario,
lui entra in classe bussando con un foglio in mano “Buongiorno Professoressa c’è una circolare da firmare”. Si avvicina alla cattedra lascia il foglio alla collega e poi esclama “Buongiorno Sara”. Ma porcapaletta Bruno sono mai venuta a cena con te che mi chiami per nome?
È quello che vorrei dirgli veramente, ma che davanti ai ragazzi sostituisco con un semplice sorriso. Io mi rendo conto che a volte Bruno mi vede con le mani sporche di tempera, con le scarpe da ginnastica, che faccio di tutto per confondermi con i ragazzi in modo che i compagni, soprattutto di Luca e Gabriella, studenti che posso mollare poco, non sentano il fiato sul collo di una professoressa; ma come si fa a non capire che l’informalità è solo una strategia educativa?
Non che mi serva l’appellativo ‘professoressa’, però fa effetto sapere che le docenti impostate, accademiche, quelle perennemente sedute in cattedra lo meritino a prescindere.
Fa strano ma a volte è così, siamo un nome senza “prof”.
Sara
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