Valutazione. Il Ministero corregge l’Invalsi

Con la circolare n. 86 del 22 ottobre 2009, a firma del direttore generale Mario G. Dutto, inviata ai direttori generali regionali, e all’Invalsi “per conoscenza”, il Ministero corregge in modo netto e secco (tanto da lasciar supporre una precisa indicazione politica da parte del ministro) l’impostazione delle rilevazioni riguardanti la valutazione degli apprendimenti, che in precedenza si era ipotizzato di condurre su base volontaria.

La valutazione“, si legge nella CM, “riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti“, e avrà per oggetto i livelli di apprendimento in italiano e matematica delle classi prescelte per l’anno scolastico 2009-2010, cioè la seconda e quinta classe della scuola primaria e la prima e terza classe della scuola secondaria di primo grado. “Per quest’ultima classe“, precisa la CM, “si terrà conto della valutazione degli apprendimenti cui sono sottoposti gli studenti in occasione della prova nazionale dell’esame di Stato al termine del primo ciclo“.

Evidentemente le critiche mosse all’ipotesi precedente da autorevoli esperti, tra i quali Giorgio Allulli, che ne aveva scritto sul numero di Tuttoscuola di maggio (“Il gioco dell’oca della valutazione”), devono aver colpito nel segno, inducendo i vertici politici e amministrativi del Miur a correggere il tiro con la citata CM n. 86.

E’ possibile che il successo delle prove nazionali somministrate agli studenti in occasione degli ultimi esami di licenza media (il cui esito è stato peraltro interpretato o corretto dallo stesso Invalsi, che ha dimostrato di saper bene operare) abbia indotto il ministro a preferire un modello di valutazione universalistico e obbligatorio (con opportune metodologie di verifica e riscontro, anche campionario, della validità dei dati) ad uno che finiva per essere casuale e arbitrario, e quindi poco utile. Meglio tardi che mai.