Tutti gli insegnanti dovrebbero essere ‘di sostegno’

Le recenti polemiche e resistenze all’attuazione della norma, contenuta nella legge di bilancio 2021, relativa alla frequenza obbligatoria di un modulo di 25 ore per tutti gli insegnanti (centinaia di migliaia) privi di specializzazione per il sostegno, ma che avranno in classe almeno un alunno con disabilità certificata, ha determinato una levata di scudi da parte dei sindacati con varie motivazioni, dalla mancata contrattualizzazione della materia al fatto che i corsi sarebbero obbligatori ma non retribuiti. Secondo un  sondaggio di “Tecnica della Scuola”, su circa 4 mila partecipanti (di cui il 93,7% docenti) il 73,4% hanno espresso la loro contrarietà a questa formazione..

Tuttoscuola è più volte intervenuta sulla questione sottolineando che tutti gli insegnanti dovrebbero essere messi in condizione di gestire didatticamente tutti gli alunni. In prospettiva si potrebbe giungere addirittura al superamento della figura del docente di sostegno, salvo un ristretto numero di superspecializzati, da utilizzare a livello territoriale per i casi più difficili. È triste e inaccettabile che il titolo di specializzazione per il sostegno sia troppe volte utilizzato come chiave d’accesso ai posti comuni, e che i cinque anni di docenza di sostegno siano vissuti come un prezzo da pagare.

La principale ragione per la quale non si va nella direzione del superamento di questa figura è costituita dal permanente carattere disciplinare dei piani di studio, soprattutto a partire dalla prima media, cui è collegata una prassi valutativa che fa riferimento a obiettivi di apprendimento standardizzati, impersonali. È chiaro che se il decisore politico decidesse di puntare sulla personalizzazione dei tempi e degli stili di apprendimento individuali, grandemente facilitata dalle più recenti innovazioni tecnologiche, si estenderebbe a tutti gli alunni il modello del PEI (Piano educativo individualizzato) che attualmente si adotta solo per gli alunni con disabilità certificata.

In tal caso si renderebbe necessaria una adeguata formazione iniziale e in servizio per tutto il personale docente. La base giuridica per un’operazione di questa portata ci sarebbe, ed è fornita dai commi 1 (personalizzazione) e 124 (formazione obbligatoria, permanente e strutturale dei docenti) della vigente legge 107/2015. Il ministro Bianchi lo sa, e ne ha anche parlato e scritto. Bisognerà vedere, nei prossimi mesi, se un’operazione di questa rilevanza rientrerà tra quelle considerate strategiche nel PNRR. 

Per approfondimenti:

https://www.tuttoscuola.com/formazione-in-servizio-per-docenti-non-specializzati-vade-retro/;
https://www.tuttoscuola.com/il-sostegno-mancato-2-la-soluzione-e-la-personalizzazione/

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