Tempo pieno nella riforma sospeso tra il sì e il no

Il tempo pieno nella scuola elementare viene confermato nella scuola firmata Moratti? E’ ormai un tormentone, a cominciare da quando, in occasione degli Stati generali della scuola del dicembre 2001, vennero presentare le prime ipotesi della nuova linea riformatrice.
Alle accuse di volere la soppressione del tempo pieno, il ministro, il sottosegretario Aprea e il prof. Bertagna hanno sempre risposto affermando senza mezzi termini la volontà di mantenere questo servizio utilizzato, in misura crescente, da circa il 25% degli alunni dell’elementare.
C’era quindi molta curiosità di sapere come questa volontà sarebbe stata concretizzata nel primo decreto legislativo riguardante la scuola elementare.
Del decreto gira per ora un testo ufficioso. Ma da quel testo c’è chi ha tratto la conclusione che il tempo pieno scompare; però c’è anche chi si sente rassicurato dalla nuova formulazione. Come stanno le cose?
Va detto innanzitutto che nel testo ufficioso è prevista l’abrogazione dell’articolo 130 del Testo unico sulle norme della scuola, con effetto immediato a partire dall’anno scolastico successivo all’entrata in vigore del decreto legislativo. Quell’articolo riguarda proprio l’attuale tempo pieno.
La prima cosa certa è dunque quella della cancellazione di questo modello di tempo pieno.
Quale modello allora disegna il decreto ancora in bozza?
L’articolo 7 prevede che mediamente vi siano 27 ore obbligatorie di lezione alla settimana, più altre 3 ore opzionali organizzate su richiesta delle famiglie, oltre al tempo mensa necessario per eventuali rientri pomeridiani. Se i rientri, come caso estremo, si effettuano tutti i giorni e il tempo mensa è della durata giornaliera di 2 ore, complessivamente ai bambini si offrirebbe quindi un servizio settimanale che può essere della durata di 40 ore, come avviene oggi con l’attuale tempo pieno.
Sembra di capire che il tempo pieno attuale può rivivere in altra forma, garantendo comunque sempre la quantità di tempo scuola offerta oggi. Forse. Cambierebbe in ogni caso l’organizzazione didattica interna.