Sulla legge regionale lombarda confronto a sinistra

Lo scorso 16 ottobre il Direttivo regionale della Flc-Cgil della Lombardia ha approvato all’unanimità un appello contro la legge regionale sul “Sistema Educativo dell’Istruzione e Istruzione e Formazione Professionale” e “in difesa della scuola pubblica“.
L’appello del sindacato scuola della Cgil si pone in contrasto con la linea morbida e dialogante assunta in Consiglio regionale dai gruppi della sinistra riformista, ora confluiti nel Partito democratico, che sulla legge (approvata dal Consiglio regionale il 26 luglio 2007) si erano astenuti dopo averne trattato e concordato alcuni aspetti.
Ma questa legge, secondo il sindacato, “mette in discussione il sistema nazionale d’istruzione e si pone come obiettivo la privatizzazione dell’istruzione stessa“. Le principali obiezioni, che riflettono in parte quelle mosse in sede politica dalla cosiddetta sinistra radicale, sono le seguenti:
– la legge “legalizza“, dopo l’uscita dalla III media, due percorsi tra loro nettamente distinti: quello legato all’istruzione liceale e tecnica, e quello legato all’Istruzione e alla Formazione Professionale, cioè “il tanto contestato doppio canale della Legge Moratti“;
– si consente di assolvere l’obbligo scolastico anche dentro percorsi non scolastici, mentre soltanto alla scuola pubblica dovrebbe competere il compito di garantire le condizioni per l’integrazione dei soggetti più deboli e svantaggiati;
– il sistema di accreditamento estende il sistema di finanziamento basato sulla quota capitaria (tanti iscritti, tanti soldi) anche alle scuole private, in contrasto con la Costituzione;
– si attribuisce al Dirigente Scolastico la facoltà di selezionare, reclutare e valutare il personale docente e non docente ai fini della costituzione del proprio organico, “in sfregio alle norme nazionali che in materia regolano l’accesso alla funzione docente attraverso concorsi pubblici“.
L’appello della Flc-Cgil lombarda si conclude con il preannuncio di “iniziative di mobilitazione“, che forse creeranno qualche discussione e imbarazzo a sinistra e nei rapporti con Cisl e Uil.