Su Adro Gelmini gioca la sua partita politica

La parola fine l’abbiamo già messa perché i simboli sono stati rimossi”. Appena rientrata nella sua Brescia il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini non ha mancato di esprimersi ancora una volta, in modo particolarmente risoluto, sulla vicenda della scuola di Adro.

Il ministro ha affrontato l’argomento in occasione dell’assemblea provinciale del Pdl svoltasi a Roncadelle (altro comune della provincia di Brescia, come Adro). Rispondendo indirettamente al sindaco di Adro Lancini – secondo il quale la rimozione è avvenuta “in modo arbitrario e fuorilegge” – il ministro ha poi ampliato il discorso, fino a svolgere considerazioni che vanno ben al di là del caso specifico. “Il sindaco non ne è convinto, mi dispiace, ma ritengo che la scuola debba rimanere fuori da ogni pretestuosa polemica politica”, ha detto Gelmini ripetendo quanto già affermato recentemente. Ma subito dopo ha voluto precisare: “Che riguardi la destra, la sinistra, la Lega poco importa. La scuola è l’istituzione più sacra per eccellenza del Paese, la dobbiamo rispettare e soprattutto la dobbiamo preservare da una conflittualità politica che non fa bene al Paese e di cui credo che la scuola non abbia proprio bisogno”.

La netta posizione assunta sul caso Adro da Gelmini, molto impegnata nelle vicende interne del Pdl e della maggioranza che sostiene il governo, suona come una presa di distanza ‘competitiva’ nei confronti della Lega, che in Lombardia è data in forte crescita a scapito proprio del Pdl, e – all’interno del Pdl – come un distanziamento critico verso il ministro Tremonti, sostenitore di un asse privilegiato con il partito di Bossi, e certamente non generoso con la collega Gelmini, da lui presa in contropiede e messa in difficoltà nelle fasi conclusive delle riforma dell’università.