Spigolando tra le dichiarazioni politiche del dopo manifestazione/2

Proseguendo nella carrellata di dichiarazioni che ben fotografano lo stato del dibattito di politica scolastica in Italia, troviamo Enzo Carra, esponente della Margherita, per il quale il governo “smantella la scuola a tempo pieno e finge di non farlo. In compenso avremo bambini che stanno due ore a mensa, bambini obesi invece che bambini che imparano qualcosa e si preparano alla vita”.
“Nei prossimi giorni – ha aggiunto la collega di partito Albertina Soliani – ci opporremo con la stessa determinazione di oggi al decreto della Moratti e alla devoluzione della scuola alle Regioni prevista nella riforma della Costituzione in discussione al Senato. La Moratti si fermi. Se non sa cosa è la scuola, se non sa cosa è il tempo pieno e se non sa cosa è la politica, si dimetta”.
A difendere il ministro dell’istruzione è Mario Mauro, responsabile del dipartimento Scuola e università di Forza Italia, che contrattacca tornando sulla manifestazione promossa dal coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato. “Poco importa agli organizzatori l’infondatezza dei pretesti; per loro sono carta straccia le garanzie sottoscritte dai sindacati che tempo pieno e tempo prolungato, e quindi i relativi organici del personale, resteranno immutati”.
Più pacato, per una volta, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: “colpisce che di fronte a questa protesta il governo e il ministro Moratti non provino un po’ a ragionare”.
Restando alla Cgil, il leader del settore scuola Enrico Panini, riferendosi alla scelta del Miur di diffondere le materie dell’esame di Stato nello stesso giorno della manifestazione di protesta, si è detto convinto “che il ministro ha paura; ha bisogno di distrarre l’opinione pubblica e occupare una parte dei mezzi d’informazione nel disperato tentativo di oscurare questa imponente manifestazione. Se è convinta anche solo della metà delle cose che ha sostenuto – ha concluso Panini lanciando una sfida al ministro – abbia il coraggio di affrontare un confronto pubblico nel luogo a lei più gradito”.
Ma forse la dichiarazione che più ha messo paura al ministro Moratti è quella rilasciata al “Messaggero” da un membro della propria maggioranza, Beniamino Brocca dell’Udc sul decreto attuativo: “è un gran pasticcio. Un decreto legge non può modificare una legge esistente. Il decreto della Moratti, invece, introduce dei cambiamenti non contenuti nella riforma della scuola, la n.53, approvata l’anno scorso. Con un articolo, infatti, vorrebbe cancellare cose importanti, patrimonio del Testo unico sulla scuola, pienamente in vigore. Inoltre al decreto la Moratti allega anche i programmi, senza averli discussi con nessuno. Tutto questo non si può fare”.
Come avrà reagito la diretta interessata? Viene in mente quella battuta-tormentone del comico Boldi: “Doloreee!”