‘Sii te stesso, ma a modo mio’. Il problema è la fragilità degli adulti

La tesi di questo libro, ribadita in forme diverse dalla prima all’ultima pagina dallo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, presidente della fondazione Minotauro di Milano e docente di Psicologia nelle università milanesi Bicocca e Cattolica, è che oggi ad essere fragili non sono gli adolescenti ma gli adulti, a partire dai loro genitori.

Tesi enunciata già nel titolo del volume, “Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta ” (Raffaello Cortina Editore, 2023), che sintetizza le aspettative degli adulti nei confronti dei giovani in formazione, incoraggiati ad essere se stessi, ad affermare in ogni modo la propria soggettività, ma secondo un modello, con relativa scala valoriale, che è in realtà il loro, quello di padri (e spesso di insegnanti, sottolinea l’autore) che non dialogano con i figli (e con gli alunni) perché sono incapaci di rispettarne l’autonoma ricerca e costruzione del sé.

Lancini inserisce e spiega il fenomeno riconducendolo alla transizione della società e della famiglia dal modello tradizionale (“normativo, edipico”), fondato sull’autorità del padre, prima a quello “narcisistico”, nel quale, venuta meno tale autorità (dei padri come degli insegnanti), si è cercato in tutti i modi di “favorire l’espressività, l’originalità e la felicità del bambino”, e poi a quello “postnarcisistico” nel quale – di fronte alle nuove inquietudini degli adolescenti – gli adulti si sforzano di “raddrizzarli a suon di limiti, paletti, punizioni, senza rendersi conto che gli adolescenti sono cresciuti adattandosi esattamente alle richieste e ai modelli educativi narcisistici della società in cui sono nati” (p. 30).

Che fare oggi, in una situazione ulteriormente complicatasi dopo la pandemia, che ha aumentato le ansie dei genitori per la salute anche psichica dei figli e la dipendenza di questi ultimi da internet e dai social? La via maestra, sostiene Lancini sulla scorta di numerosi incontri con genitori e insegnanti e di esperienze professionali, legate alla sua attività di psicoterapeuta, è quella di intervenire non sui giovani ma sugli adulti aiutandoli ad essere “meno fragili”, meno ansiosi e invasivi, e a permettere così agli adolescenti di crescere e di “essere se stessi”, ma “a modo loro”. 

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