Destra-centro in cerca di identità/1. L’opzione liberalconservatrice di Valditara

Gli osservatori politici che notano la contraddittorietà e l’ambivalenza delle posizioni politiche e ideali affioranti nella Destra-centro di governo (che però, a differenza della Sinistra-centro, riesce a ricomporle nella condivisione del potere) mettono in luce la compresenza, all’interno della maggioranza meloniana, di almeno tre componenti: quella sovranista-corporativa facente capo alla Lega di Salvini (ma non a quella di Giorgetti e Zaia), quella liberale moderata e europeista di Berlusconi, e quella nazionalista, ma anche occidentalista e atlantica, interpretata da Giorgia Meloni come presidente del Consiglio.

Quale sia l’identità politica del partito da lei fondato e guidato, Fratelli d’Italia, non è però chiaro, tra gaffe e pulsioni neo-postfasciste di alcuni suoi esponenti e le nette posizioni di rottura con l’eredità del passato assunte da altri suoi rappresentanti, in genere appartenenti a generazioni di militanti post-finiane. Ai quali manca però una piattaforma ideale di riferimento, che dia sostanza alla linea “conservatrice” alla quale si richiama la leader Meloni.

Alla costruzione di una piattaforma di questo genere, a carattere liberal-conservatore, che potrebbe fungere da riferimento trasversale all’attuale maggioranza, sembra lavorare Giuseppe Valditara, che come abbiamo già rilevato, pur rappresentando la Lega negli equilibri interni al governo Meloni, viene da una lunga militanza politica in AN, partito per il quale è stato eletto senatore dal 2001 al 2013, prendendo posizioni di aperto sostegno al progetto neocentrista di Gianfranco Fini.

Nella stessa direzione liberalconservatrice si muove, con riferimento alla politica scolastica, la netta contrapposizione al modello gentiliano di scuola espressa nella comunicazione da lui inviata agli organizzatori del convegno milanese sui 100 anni della riforma Gentile, nella quale ha dichiarato di “andare nella direzione opposta” a quel modello. Cioè, ha spiegato, in direzione della valorizzazione delle “tante, diverse intelligenze derivanti dal pluralismo dei talenti, tutti dotati di pari dignità”, in totale antitesi con la scelta di Gentile di privilegiare un unico tipo di intelligenza, quella capace di cogliere il valore della formazione umanistica nel suo sviluppo storico.

Secondo il ministro del Mim, che lo ha sostenuto intervenendo a un convegno della Cisl scuola, il suo modello di scuola dei talenti favorirebbe la piena attuazione dell’articolo 34 della Costituzione (da ampliare non limitandolo ai soli “capaci e meritevoli”), ma anche dell’articolo 3, nel punto in cui considera “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale…”.

Bisognerà verificare se ai propositi e alle parole di Valditara potranno corrispondere scelte concrete e condivise nell’ambito della stessa maggioranza di governo. Gli ostacoli non sono pochi, come vediamo nella notizia successiva.

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